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    Fallisce il Cocoricò, locale simbolo del divertimento in Riviera, per mancato versamento delle imposte

    Sparisce dalla mappa geografica della Regione uno dei locali simbolo dell’estate che sta arrivando, e che molti turisti piacentini vedevano come punto di riferimento: il Cocoricò chiude definitivamente i battenti.

    Più precisamente fallisce il Gruppo Cocoricò, cui l’omonima discoteca fa capo. Lo scorso 4 giugno il Tribunale di Rimini ha respinto la proposta di concordato preventivo, mentre  oggi è stato dichiarato ufficialmente il fallimento. Il prossimo 25 ottobre si terrà la prima udienza fallimentare dove si costituiranno i vari creditori capeggiati dall’Agenzia delle Entrate. L’azione di Equitalia si basa sul mancato versamento delle imposte dovute. Tuttavia la parabola discendente di questo club ha radici più lontane.

    Nel 2015 le cronache riportarono la morte per overdose di un 16enne avvenuta dentro la storica piramide del locale. Da quel momento emersero debiti, tasse non pagate e le indagini penali condotte dalla Guardia di Finanza per evasione dell’ Iva dal 2012, fino ai mancati pagamenti degli artisti che si esibivano durante le serate.

    Già a gennaio la Finanza aveva previsto un sequestro del valore di circa 800 mila euro, cui seguì la messa all’asta del marchio. Anche la Danceandlove, società di Gabry Ponte, uno dei maggiori esponenti della scena clubbing italiana e internazionale, era creditore per 250 mila euro. La consolle del Cocoricò ha ospitato artisti famosi in tutto il mondo, Richie Hawtin, Jeff Mills e Carl Cox su tutti.

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