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    Foti (FdI) su ordinanze Covid: “Ma Speranza c’è o ci fa???”

    «In un momento già oltremodo difficile sul piano economico, per non parlare di quello sanitario, ci mancano solo i repentini cambi di opinione del Ministro della salute per mandare a fondo la barca. Tanto che viene da chiedersi se Speranza c’è o si fa», lo sostiene Tommaso Foti, vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia alla Camera.

    «In sole 24 ore, infatti, il Ministro è passato dall’avere concordato con le Regioni l’apertura dalle 05 alle 18 di bar, ristoranti, pub alla chiusura totale degli stessi, eccezion fatta per chi svolge attività d’asporto. E per dare il colpo di grazia ai ristoratori – polemizza il deputato piacentino – Speranza non ha aspettato neppure che trascorresse la domenica, costringendo così chi si era approvvigionato il giorno prima a buttar via gran parte della fornitura, con ulteriore danno economico che si aggiunge a quello patito dall’inizio dell’epidemia».

    «Non solo, ma in questa tragica della gestione della crisi sanitaria, in verità ben oltre la farsa atteso i protagonisti, siamo arrivati all’assurda situazione – continua Foti – che vede in vigore al tempo stesso due ordinanze: una della Regione, assunta in regime di “zona gialla”, più ristrettiva rispetto alle misure ad essa collegate, e l’altra del Ministro della Salute che,6 in ragione della classificazione l’Emilia-Romagna in “zona arancione”, comporta misure del tutto diverse da quelle regionali”.

    «E così in questa forzosa e illegittima contemporanea coesistenza di ordinanze, se la Regione autorizza, con il consenso di Speranza, l’apertura di bar, ristoranti e pub dalle 05 alle 18, la successiva ordinanza di Speranza, sentito il presidente della Regione, lo vieta. E al contrario – continua il parlamentare di FdI – se l’ordinanza della Regione, con il consenso di Speranza prevede la chiusura di tutte le medie e grandi superfici commerciali, la successiva ordinanza del Ministro della salute, sentito il presidente della Regione, prevede che restino chiusi i soli centri commerciali».

    «Di questa penosa contraddittorietà di norme frutto di una malsana competizione tra federalismo e centralismo – evidenzia Il parlamentare di Fratelli d’Italia – ne fa le spese non certo la burocrazia, che lo stipendio comunque percepisce, ma le migliaia di commercianti, che già’ la crisi di questi mesi ha lasciato in mutande, e i sempre più disorientati consumatori».

    «Abbiamo governo e regione almeno la dignità di non produrre altri danni alla nostra gente e si accordino su un’unica ordinanza da mantenere in vigore e fare rispettare. E’ nella chiarezza delle norme e non di certo dalla contraddittoria emanazione delle stesse – conclude Foti – che si può poi chiederne il pieno rispetto agli operatori economici e ai cittadini. Diversamente si alimenta solo il caos, che non vorrei che fosse l’obiettivo comune di Ministero e Regione».

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