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    Gli inquirenti sarebbero sulle tracce di altri cinque aggressori del carabiniere

    La caccia agli aggressori del carabiniere, ferito sabato scorso durante la manifestazione organizzata da Controtendenza non si è ancora chiusa dopo i tre primi arresti. Secondo indiscrezioni polizia e carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Piacenza sarebbero sulle tracce di altre cinque persone.

    In manette sono finiti fino ad ora il modenese Lorenzo Canti, 23enne, che si è costituito questo pomeriggio, accompagnato dal suo legale di fiducia, Giorgio Battagliola, attivista piemontese No Tav di 29enne e Moustafa Elshennawi, egiziano 23enne attivista del sindacato Si Cobas, residente a Belgioioso.

    Nell’ordinanza il Gip parla di un branco che avrebbe colpito il militare “con puro odio e in assenza di freni inibitori e umanità” atteggiamento reso ancor più grave dal fatto che, secondo il giudice in quei frangenti non vi era alcun motivo specifico prendersela con il carabiniere. Il gip definisce l’azione “incongrua nei confronti di quel carabiniere che stava arretrando e non costituiva alcun impedimento”.

    A breve dovrebbero tenersi gli interrogatori di garanzia per decidere la convalida degli arresti.

    Intanto continuano le reazioni da parte del mondo istituzionale e politico.

    Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni durante la trasmissione Otto e mezzo commentando gli scontri avvenuti oggi a Bologna, durante il comizio di Forza Nuova,  ha ribadito quanto detto nei giorni scorsi “quello che è successo a Piacenza è stata una vergogna fatta da un gruppo di vigliacchi.

    Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia a sua volta con una nota ha dichiarato “ancora violenza contro le forze dell’ordine. Ancora centri sociali e antifascisti in piazza non per manifestazioni pacifiche, ma per insultare e aggredire polizia e carabinieri. Vergogna! Da sempre per la libertà e la democrazia, contro ogni totalitarismo. Oggi più che mai dalla parte delle forze dell’ordine. Ieri Piacenza, ora Bologna. Che si aspetta a chiudere centri sociali ricettacolo di violenti e fomentatori di odio?”.

    Simile il messaggio pubblicato su Twitter da Raffaele Fitto leader di Noi con l’Italia-Udc “Dopo Piacenza, Bologna ancora una volta ad aggredire forze dell’ordine sono i “democratici” centri sociali. Le piazze dei nostri centri cittadini stanno diventando terreno di uno scontro ideologico che sta avvelenando questa campagna elettorale. Solidarietà al poliziotto ferito”.

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