“Per la prima volta, in questi 24 anni, non potremo ritrovarci nel calore di un abbraccio e nel raccoglimento, così carico di significato, della cerimonia in onore dei vostri cari. In questa toccante ricorrenza, vorrei comunque farvi giungere l’affetto della comunità piacentina, che serba nel cuore il ricordo di Pasquale, Lidio, Agatina, Carmela, Cinzia, Lorella, Francesco e Gaetano. Mi permetto di chiamarli per nome, uno ad uno, non solo per annullare quella distanza che l’emergenza sanitaria non ci consente di colmare, ma perché realmente vi siamo vicini”.
Inizia così, la lettera che il sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri ha voluto indirizzare oggi ai familiari delle vittime della tragedia del 12 gennaio 1997, quando l’Etr 500 “Botticelli” deragliò all’imbocco della stazione ferroviaria, causando la morte di otto persone. Le restrizioni in atto, riguardanti innanzitutto il divieto di spostamento tra regioni, non consentono infatti lo svolgimento della consueta cerimonia organizzata dal Dopolavoro Ferroviario di Piacenza, il cui omaggio floreale è stato deposto stamani, accanto a quello dell’Amministrazione comunale, delle FFSS e delle famiglie, ai piedi della stele che commemora il drammatico incidente.
“Abbiamo sempre condiviso questo momento con Comune e Provincia, Prefettura e Questura, nonché con le Ferrovie dello Stato – commenta il presidente del Dopolavoro Ferroviario Clemente Bernardo – insieme ai parenti dei macchinisti Pasquale Sorbo e Lidio De Sanctis, delle hostess di bordo Cinzia Assetta e Lorella Santone, degli agenti della Polfer Francesco Ardito e Gaetano Morgese, di Agatina Carbonaro e Carmela Landi tra i passeggeri. Quest’anno non sarà possibile, ma ho ricevuto da tutte le istituzioni la testimonianza di quanto sia ancora profondo e intenso il ricordo di ciò che avvenne quel giorno”.
Come ha scritto, alle famiglie, il sindaco Patrizia Barbieri, “il tempo non cancella il dolore, né l’importanza di un messaggio che in questa circostanza sentiamo il dovere di ribadire con forza, perché siano sempre garantite condizioni di dignità e sicurezza per i lavoratori e per gli utenti del trasporto ferroviario. La memoria è un richiamo alla coscienza civile del nostro Paese e un filo che ci unisce”, ha aggiunto, rinnovando la più sincera partecipazione a nome di tutti i cittadini e, “idealmente, quell’abbraccio con cui saremo sempre pronti ad accogliervi”.