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Il valore aggiunto del sistema economico piacentino supera i 10 miliardi di euro

Valore aggiunto procapite a 36.200 euro, con Piacenza 19° nella graduatoria delle 107 province italiane. Evoluzione positiva per costruzioni, agricoltura e servizi, meno per l’industria

Il valore aggiunto totale realizzato nel 2023 dal sistema economico piacentino è stato di 10.312 milioni di euro, 635 in più rispetto al 2022, con una variazione positiva del 6,6%, poco sopra a quella media dell’Emilia-Romagna (+6,1%), ma inferiore a quella nazionale (+8,8%). E’ quanto emerge dai dati recentemente pubblicati (novembre 2024) dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, ente di ricerca di Unioncamere nazionale, che ha elaborato le stime del valore aggiunto prodotto lo scorso anno nelle province italiane. L’ulteriore sviluppo della ricchezza prodotta a Piacenza nel 2023 interviene dopo quello molto più consistente messo a segno nel 2022 (+13,3% a prezzi correnti), che però risulta amplificato dall’elevata inflazione registrata in quell’anno a causa delle tensioni internazionali sui mercati dell’energia e delle materie prime dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino (Nel 2022, in Italia, la variazione dei prezzi alla produzione rispetto all’anno precedente è stata in media di + 34,4% nell’industria, di +17,7% nell’agricoltura, di + 8,2% nelle costruzioni, e di +3,9% nel totale dei servizi – fonte: Istat).

Cosa è il valore aggiunto

Per valore aggiunto si intende l’incremento di valore che si verifica nell’ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi finali grazie ai fattori produttivi adoperati (capitale e lavoro) a partire da beni e risorse primarie iniziali. Rappresenta l’aggregato che consente di apprezzare la crescita del sistema economico in termini di nuovi beni e servizi messi a disposizione della comunità per impieghi finali. Il valore aggiunto è qui calcolato a prezzi base (cioè al netto delle imposte sui prodotti finali e al lordo dei contributi alla produzione) e correnti (cioè riferiti all’anno indicato).

Confronto fra province

Rispetto al 2019 il valore aggiunto provinciale è aumentato del 18,6%, evidenziando una capacità di ripresa del nostro sistema economico territoriale dai minimi della pandemia che è in questo caso in linea con l’andamento nazionale (+19,0%), e sempre leggermente superiore a quello regionale (+17,0%).

Come mostrano i dati della tabella, la crescita della ricchezza prodotta dalla economia piacentina rispetto al pre-Covid è stata tuttavia meno consistente a confronto con quella osservata nelle province confinanti, in particolare – sulla direttrice della Via Emilia – di Lodi (+23,8%) e Parma (+23,7%), ma anche – lungo l’asse del Po – di Cremona (+22,4%) e Pavia (+20,3%).

Il minor dinamismo nella creazione del valore aggiunto totale da parte delle imprese della provincia di Piacenza rispetto a quelle dei contesti territoriali limitrofi trova spiegazione analizzando più nel dettaglio i diversi macrosettori considerati nello studio del Tagliacarne.

Valore aggiunto per macrosettori in provincia di Piacenza

In particolare, sembra imputabile all’evoluzione del valore aggiunto prodotto da manifatturiero, estrattivo e utilities (l’industria in senso stretto), che aumenta del 3,7% nel 2023, del 5,5% nel 2022, e complessivamente del 10,3% tra il 2019 e il 2023 (da 2.121 a 2.340 milioni di euro), con una velocità notevolmente inferiore a quella media provinciale, accusando le difficoltà presenti sui mercati a seguito del peggioramento del quadro geopolitico internazionale. Difficoltà che hanno frenato certamente meno il settore delle costruzioni, il quale, grazie all’orientamento al mercato interno e agli straordinari incentivi statali riservati al comparto (bonus e superbonus 110 per cento) nella fase post-pandemica, evidenzia le migliori performance nella creazione di ricchezza, facendo registrare ancora nel 2023 un incremento di quasi il 10% sull’anno precedente, dopo il +24,2% nel 2022 e il + 22,5% nel 2021, in totale +74,5% rispetto al 2019 (da 318 a 555 milioni). Il comparto dei Servizi e quello dell’Agricoltura si sono contraddistinti invece per andamenti complessivi attorno alla media provinciale. Il primo, che pesa da solo per oltre due terzi sul valore aggiunto provinciale e comprende anche logistica (settore dove siamo fortemente specializzati), commercio, ricettività turistica e ristorazione, segna nel 2023 un aumento di quasi mezzo miliardo di euro rispetto al 2022 (+7,4%) e di 1,1 miliardi rispetto al 2019 (+18,5%). Il secondo arriva alla fine del 2023 a realizzare un valore aggiunto pari a 342 milioni di euro, con un incremento del 5,7% sull’anno precedente e del 20% rispetto al pre-Covid.

Maggiori informazioni si possono ottenere osservando nello specifico il comportamento di ogni settore nel più ampio contesto nazionale, regionale e delle province limitrofe, come riportato nelle tabelle successive.

Performance dell’industria peggiori rispetto ad altre province

Da questo punto di vista, per quanto riguarda l’industria in senso stretto, risulta subito evidente come le performance del valore aggiunto a Piacenza siano state in generale meno buone rispetto a quelle degli altri contesti territoriali. Ciò non tanto nel 2023 e nel 2021, dove il nostro comparto spunta variazioni sull’anno precedente che risultano tutto sommato in linea con quelle medie nazionali e regionali, quanto nel 2022 (l’anno della crisi internazionale), quando il valore aggiunto industriale è cresciuto da noi solo del 5%, aumentando molto di più altrove, del 12,5% circa in regione e in Italia, del 17-19 per cento a Cremona e Pavia e del 21-23 per cento a Parma e Lodi.  Il recupero rispetto al pre-pandemia, fermatosi così a +10% nel piacentino, arriva invece a mostrare tassi di variazione fino a tre volte superiori nelle province confinanti, compresi tra il 25 e il 33 per cento.

Se questa è la situazione per l’industria, certamente meglio hanno fatto il settore delle costruzioni e il settore agricolo.

Comparto edile

Il comparto edile piacentino, insieme a quelli di Lodi e di Cremona, evidenzia infatti (anche grazie al fatto di non aver subito flessioni nell’anno del Covid) uno dei tassi di sviluppo della ricchezza più elevati nel medio periodo, +74,5% tra il 2019 e il 2023, sopra la media regionale (+55,3%) e nazionale (+61%), oltre che sopra ai risultati messi a segno da Pavia (+42,5%) e Parma (+33,7%).

Settore agricolo

Allo stesso modo, anche il settore agricolo provinciale sperimenta – sempre tra il 2019 e il 2023 – una dinamica del valore aggiunto molto positiva (+20,0%) nel confronto interprovinciale, ai vertici per ritmo di crescita, allineato a quello delle province di Parma (+20,6%) e di Cremona (+21,1%) e notevolmente superiore a quello dell’Emilia-Romagna (+6,9%).

Servizi

Per quanto riguarda invece il valore aggiunto realizzato dal settore dei servizi Piacenza mostra nel periodo considerato un andamento sostanzialmente simile a quello degli altri ambiti territoriali. Ciò si può osservare (al di là di qualche scostamento puntuale) sia a livello delle singole variazioni annuali, sia a livello della variazione complessiva di medio periodo (2023-19), con il piacentino (+18,5%) che si colloca al secondo posto per tasso di crescita, dopo Parma (+20,5%), ma comunque non molto distante da Pavia (+17,6%), Cremona (+16,8%) e Lodi (+16,2%), oltre che dalla media nazionale (+16,3) e regionale (+15,3).

Grazie alle elaborazioni dei dati del Centro Studi Tagliacarne è possibile infine osservare l’incidenza settoriale del valore aggiunto nell’anno 2023 , e di confrontarla con quella rilevata nel 2019. Rispetto alla composizione media italiana, la provincia di Piacenza presenta specializzazioni nel comparto agricolo, con una quota del valore aggiunto a livello locale del 3,3% (contro il 2,1% in Italia), e nel settore industriale, dove il valore aggiunto incide per il 22,7% (mentre a livello nazionale arriva al 19,8%). Piacenza risulta invece allineata alla media italiana per quanto riguarda il settore delle Costruzioni (5,4% contro 5,8%), ma è despecializzata con riferimento al comparto dei servizi pubblici e privati (68,6% contro 72,4%). Rispetto al 2019, la composizione settoriale della ricchezza prodotta ha visto nel piacentino un incremento della quota riferita al settore delle costruzioni, a danno di quella del settore industriale (che diminuisce), mentre è risultata stabile l’incidenza del settore dei servizi e di quello agricolo.

Valore aggiunto pro capite

In termini di valore aggiunto pro capite, la provincia di Piacenza con 36.178,7 euro nel 2023 supera dell’11,7% la media Italia (n.i.=100; 32.377,4 euro) e si colloca al 19° posto della graduatoria nazionale, nella parte alta della classifica delle 107 province italiane. Il dato di Piacenza si conferma il più elevato – dopo quello di Parma – tra le province limitrofe , presentando un differenziale positivo molto consistente in particolare nel confronto con il valore aggiunto pro-capite di Pavia e di Lodi. Risulta però inferiore a quello medio emiliano-romagnolo, pari a 38.703 euro.

In un’ottica di medio periodo, il reddito pro-capite piacentino (sempre in rapporto a quello medio italiano) ha registrato una lieve flessione dei numeri indice dopo la caduta nell’anno del Covid, stentando a recuperare il valore del 2019, quando era il 12,9% in più della media nazionale. Più incisiva è stata invece l’evoluzione in tal senso mostrata dalle province confinanti, in particolare Parma, Cremona e Lodi.

 

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