A caccia di aurore polari in Norvegia. Un viaggio davvero particolare quello di Eleana Gropelli, responsabile della sicurezza presso Amazon nella vita ma con una grandissima passione per la fotografia, sfociata in una mostra, visitabile all’interno del Museo di Storia Naturale fino al 7 aprile a cura di Girolamo Lo Russo e dal titolo “Revontulet – i fuochi della volpe. Origine, storie, miti e leggende delle aurore polari”. Oltre a Eleana hanno contribuito con le proprie foto anche Giorgia Gropelli di 7 anni, Federico Pagliari e Luca Bassanini.
Il viaggio per cercare l’Aurora ha portato il gruppo in direzione TromsØ, cittadina nel nord della Norvegia, durante i primi giorni di novembre, e poi a Skibotn per gli scatti. “Esistono diverse app che al giorno d’oggi consentono tramite alcuni parametri di capire dove potrebbe apparire, poi noi eravamo in gruppo e continuavamo a incrociare le informazioni di ciascuno”. Nel momento in cui l’ha vista Eleana è rimasta comprensibilmente senza parole. “Già il fatto di aver superato il Circolo polare Artico sembra strano, ne senti parlare spesso, ma quando realizzi che ci sei e vedi questo spettacolo pensi a quanto siamo piccoli nell’Universo. Ho fatto tantissime foto, perchè ogni secondo c’era un gioco diverso di luce che si poteva catturare in un’immagine, si muove come un essere vivente”.
Da qui l’idea di proporre una mostra, ricordando anche cosa significasse l’aurora nella mitologia e dal punto di vista scientifico i fattori che contribuiscono alla creazione di colori tanti diversi quanto incantevoli. Primo fra tutti i gas che compongono l’atmosfera, l’altezza alla quale si forma (ad esempio sotto i 120 km assume un colore blu o viola, tra i 120 e i 180 km un verde scuro, oltre i 180 un rosso intenso). Ultimo fattore è quello dell’energia delle particelle eccitatrici. Un fenomeno che ha affascinato l’uomo sin dai tempi di Ippocrate, Aristotele, Seneca e Plinio il Vecchio.
Eleana ammette che sono stati fortunati a trovarla in quanto “novembre non sarebbe esattamente il periodo migliore per vedere l’aurora, si dovrebbe andare tra gennaio e febbraio. Siamo andati più con la speranza di vederla”. Eleana per i suoi scatti ha usato una Riflex 70D, “cercando di non aumentare troppo i paramentri sia ISO che tempo, altrimenti non si sarebbe riuscito a vedere il gioco di luce. Grazie alle foto abbiamo catturato alcuni riflessi rossi che l’occhio umano non avrebbe potuto vedere”. Altro accessorio fondamentale, oltre al cavalletto, era lo “scaldotto”, “per evitare che la batteria si esaurisse in pochissimo tempo”.
Eleana fa parte del gruppo Riflex di Piacenza, e nasce architetto. Ammette però che appena riesce ad avere qualche stimolo fotografico, parte. “in qualunque condizione e con qualunque mezzo. Ho partecipato a tanti workshop in giro per l’Europa, con partecipanti provenienti da tutto il mondo, mi è capitato di trovare ragazzi provenienti anche dall’Alaska e dalla Siberia. E’ un’altra parte della fotografia che mi piace”.