Pubblicità
Home Sport Incontro per immaginare e costruire la Piacenza del futuro

Incontro per immaginare e costruire la Piacenza del futuro

Parti sociali e associazioni di categoria di Piacenza si sono riunite oggi in un tavolo di lavoro ed hanno elaborato un documento con cui si individuano le scelte strategiche e prioritarie da adottare per lo sviluppo socioeconomico piacentino del prossimo futuro. L’incontro, tenutosi a Piacenza Expo, si è svolto attraverso alcuni panel in cui i rappresentanti delle parti economiche hanno spiegato la propria visione per gli anni a venire ed ha visto l’elaborazione di documento condiviso attraverso cui sono state individuate le scelte strategiche e prioritarie da adottare per lo sviluppo socioeconomico piacentino. In apertura sono intervenuti il prefetto Paolo Ponta e il vicepresidente vicario della Camera di Commercio Filippo Cella.

Qui di seguito le interviste a Nicola Parenti, presidente di Confindustria Piacenza, di Raffaele Chiappa, presidente di Confcommercio Piacenza e alcune parti dell’intervento del prefetto Paolo Ponta.

Questa la sintesi di quanto emerso dai singoli panel.

PANEL 1: Sviluppo economico e investimenti

L’economia piacentina si fonda su un tessuto industriale forte e diversificato. Nonostante le sfide globali, le imprese locali hanno dimostrato capacità di resilienza, soprattutto dal 2020 in poi. Tuttavia, per mantenere e accrescere questa forza, sono emerse diverse priorità:

  • Integrazione tra scuole, università e imprese: È fondamentale promuovere la formazione continua, investendo su tecnologie avanzate e nuove competenze.
  • Intelligenza artificiale e lavoro: L’introduzione dell’IA potrebbe interessare fino al 60% dei posti di lavoro, portando alla creazione di nuove figure professionali e alla trasformazione di quelle esistenti.
  • Investimenti in infrastrutture: Piacenza, per la sua posizione strategica, necessita di migliori collegamenti con le province limitrofe e di un rafforzamento delle arterie di trasporto su gomma e rotaia.
  • Rigenerazione urbana: Sfruttare le aree dismesse per nuove iniziative produttive e commerciali, mantenendo basso il consumo di suolo.

PANEL 2: Agricoltura e sostenibilità

Il settore agricolo di Piacenza ha una lunga tradizione, grazie alla morfologia favorevole del territorio. Per garantire uno sviluppo equilibrato, sono necessarie:

  • Pianificazione agricola: La protezione delle aree destinate alla coltivazione e una regolamentazione dell’uso del suolo, evitando l’uso improprio delle terre per impianti fotovoltaici.
  • Tutela delle aree montane: Incentivare la permanenza della popolazione nelle zone montuose, sostenendo le produzioni locali come latte, carne e vino.
  • Risparmio idrico: È cruciale trovare soluzioni per trattenere le risorse idriche durante la stagione piovosa e prevenire i danni delle siccità estive.

PANEL 3: Turismo e commercio

Il turismo e il commercio sono leve essenziali per il rilancio del territorio piacentino:

  • Supporto alle attività locali: È necessario proteggere i negozi di vicinato e favorire un equilibrato sviluppo della grande distribuzione.
  • Investimenti in turismo: Sostenere il turismo enogastronomico e sportivo, valorizzando le bellezze naturali e i borghi storici, così come la creazione di infrastrutture per il turismo fluviale sul fiume Po.

PANEL 4: Ambiente, trasporti e logistica

Il territorio piacentino mira a uno sviluppo sostenibile anche nel settore dei trasporti e della logistica:

  • Mobilità sostenibile: Favorire forme di trasporto collettivo e ridurre l’impatto ambientale con mezzi non inquinanti e hub logistici integrati.
  • Potenziamento della banda larga: Essenziale per garantire connettività nelle aree montane, a beneficio di cittadini e imprese.

PANEL 5: Demografia, welfare e sanità

Per mantenere alta la qualità della vita, è fondamentale:

  • Telemedicina e sanità territoriale: Rafforzare i servizi di assistenza nelle aree interne e montuose con tecnologie digitali.
  • Sostegno all’occupazione femminile: Aumentare l’accesso delle donne al mondo del lavoro, soprattutto in un contesto di calo demografico.
  • Edilizia e residenzialità: Incentivare la costruzione di alloggi pubblici e convenzionati per giovani famiglie e studenti universitari, favorendo anche modelli abitativi per anziani.

Conclusioni

Alla luce delle riflessioni emerse, è stato proposto di istituire un tavolo provinciale per coordinare le politiche di sviluppo economico e sociale, coinvolgendo enti pubblici, imprese e rappresentanti delle varie categorie. Solo attraverso una collaborazione coordinata sarà possibile affrontare le sfide future e garantire una crescita equilibrata e sostenibile per Piacenza.

Qui di seguito pubblichiamo il testo completo del documento

Le spunti da cui sono partiti gli interventi si si basavano sulle seguenti premesse:
1) rendere attrattivo il territorio piacentino, alimentando uno sviluppo strutturale guidato da
investimenti e qualità del lavoro;

2) individuare appropriate forme di semplificazione e snellimento delleprocedure, dando vita ad un sistema virtuoso, giusto e trasparente, a garanzia di tutti gli attori che operano secondo le regole;
3) definire un equilibriotra attività produttive e terziario (dai servizi alla logistica) che garantisca alti livelli occupazionali ed investimenti strategici nei settori storici dell’economia piacentina (dalla manifattura al primario), con un approccio proattivo all’attrazione di risorse e alla legislazione Regionale in materia.

Qui di seguito quanto nvece emerso dai singoli panel.
PANEL 1: SVILUPPO ECONOMICO ATTRAZIONE NUOVI INVESTIMENTI, INFRASTRUTTURE, RILANCIO ENTE FIERISTICO, TURISMO, INTELLIGENZA ARTIFICIALE, FORMAZIONE E COMPETENZE INDUSTRIA, PICCOLA-MEDIA IMPRESA E ARTIGIANATO
L’economia piacentina vanta una manifattura solida, altamente qualificata e diversificata in numerosi settori. Forte anche durante contesti complessi – specialmente dal 2020 in poi – vanta una innata capacità di reazione, una riconosciuta capacità di fare e un profondo legame con la sfera sociale del territorio.
Per sfruttare e dare continuità a questo prezioso capitale, si rende necessario:
promuovere il dialogo con scuole, università, imprese e sindacati per la creazione di uno sviluppo economico basato su competenze, tecnologie, lavoro qualificato e spirito autoimprenditoriale;
realizzare una forte integrazione delle risorse pubbliche e private per la formazione continua;
governare l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nella quotidianità delle imprese, che interesserà il 60% dei posti di lavoro (stime FMI) rendendo le aziende ancor più produttive e
competitive ma – allo stesso tempo – cambiando il volto dell’occupazione: nasceranno nuove figure professionali mentre altre saranno caratterizzate da un consistente rimescolamento delle competenze richieste dal mercato del lavoro. Piacenza dovrà agire per tempo, sublimando i vantaggi insiti nella tecnologia e limitandone i rischi.
trattenere le aziende che investono sul territorio piacentino, dando continuità alla tradizione di industriale della provincia;
attrarre investimenti sul territorio piacentino con un approccio aperto e lungimirante, che punti alla crescita di lungo termine. Nuove realtà produttive ad alto valore aggiunto – siano esse nelle attuali aree industriali o attraverso la rigenerazione di aree dismesse – fungono da
volano per la dinamica demografica. La creazione di posti di lavoro fornisce migliori prospettive agli attuali residenti e ne attrae altri dalle zone limitrofe;
rigenerar ele aree dismesse e riconvertibili presenti all’interno del territorio piacentino. A parità di consumo di suolo cittadino, ciò aprirebbe a nuove manifatture ad alto valore aggiunto, strutture a sostegno della crescita economica o realtà immobiliari a supporto delle ambizioni universitarie della città;
investire nelle infrastrutture, in particolare nei collegamenti infra-provinciali ed extraprovinciali.
La collocazione strategica di Piacenza all’interno del macrodistretto industriale del Nord-Italia deve essere valorizzata attraverso connessioni intermodali con le province limitrofe. Lo sviluppo infrastrutturale risponde ad una necessità economica (l’industria) e sociale: una quota rilevante di lavoratori piacentini, infatti, è attualmente costituita da pendolari. Le arterie del trasporto su gomma e su rotaia devono unire Piacenza ai centri vicini (Milano e Parma anzitutto) ma anche ridurre i tempi di percorrenza delle valli (ciò in un’ottica di contrasto dell’inverno demografico delle aree interne);
adottare un approccio condiviso e coerente tra tutti gli attori nel campo del marketing territoriale: associazioni, amministrazioni pubbliche, banche, fondazioni e mondo accademico. Lavorare sui progetti strategici all’unisono garantisce un vantaggio competitivo imprescindibile per l’attrattività degli investimenti e il dialogo con gli operatori nazionali e internazionali; interpretare con un approccio di sussidiarietà il sostegno finanziario alle imprese. Alla mancanza strutturale di una politica industriale nazionale e alle tempistiche burocratiche spesso incompatibili con le esigenze aziendali, rispondere con un’azione forte svolta dalla Regione e dalla Camera di Commercio, soprattutto con riguardo al sostegno alle piccole e medie imprese in ambiti strategici per la loro competitività.
AGRICOLTURA
Il territorio piacentino ha una forte vocazione agricola, dettata da cultura e tradizioni di lungo corso e ad un territorio morfologicamente adatto: pianura, collina, montagne e ricchezza d’acqua.
Anche in funzione della necessità di avere un sistema produttivo equilibrato ed articolato su tutte le possibili potenzialità del nostro territorio, si ritiene necessario:
approfondire l’analisi sullo sviluppo produttivo dell’ultimo decennio in relazione anche all’utilizzo di suolo e al rapporto tra terreni disponibili, coltivazioni e attività produttive.
Salvaguardare il territorio agricolo attraverso una pianificazione razionale che tuteli le aree destinate alle coltivazioni, prioritizzando per le stesse la produzione delle colture a quella di energia elettrica tramite fotovoltaico “a terra”;
rimodulare futuri investimenti in un’ottica di sviluppo sostenibile del settore, anche attraverso la formazione di lavoratori e imprenditori del settore agricolo;
valorizzare prodotti e servizi dei territori montani, ricchi di eccellenze e biodiversità.
Favorire la permanenza della popolazione in questi territori fragili, creando le opportunità per l’insediamento di giovani agricoltori e favorendo il mantenimento di filiere strategiche per quei territori (latte, carne, cereali, vino, prodotti bio, ecc).
tutelare la produzione agricola e gli allevamenti, prevedendo un sistema di controllo
efficace della fauna selvatica che– attualmente incontrollata – pregiudica raccolti e
redditività, provocando gravi danni alle attività economiche;
portare a sintesi la necessità d’ individuare soluzioni che trattengano l’acqua con il pieno coinvolgimento della cittadinanza e le Istituzioni, perché sempre di più occorre trattenere risorse idriche durante la stagione piovosa e renderle disponibili in periodi di siccità. Ciò
garantirebbe la sostenibilità delle colture, il flusso minimo vitale dei torrenti e una fondamentale barriera fisica che attenua gli effetti di sempre più frequenti eventi metereologici eccezionali, tutelando i cittadini che vivono in prossimità dei corsi d’acqua;
gestire razionalmente i reticolid’acqua per uno sviluppo armonico del territorio.
Contemperare gli usi plurimi delle grandi infrastrutture per i diversi comparti strategici del territorio (invasi, ferrovie, insediamenti industriali e logistici, sanità, ecc);
valorizzare i prodotti locali attraverso una certificazione di filiera, basato sulla tracciabilità e sostenuto da una promozione attiva verso i consumatori. Promuovere la revisione del criterio dell’ultima trasformazione sostanziale (codice doganale) per tutelare l’etichettatura “Made in Italy” dall’impiego di materie prime dalla provenienza non certificata;
incentivare forme di vendita diretta, mercati contadini e mense scolastiche con produzioni
locali. Aggiornare le normative adeguandole all’evoluzione dell’attività agricola e multifunzionale;
garantire la sicurezza delle imprese agricole nelle aree extraurbane contrastando furti di prodotto, attrezzatura e mezzi agricoli, attraverso l’impiego di adeguate risorse.
TURISMO E COMMERCIO
La promozione del territorio piacentino in termini commerciali e turistici è una leva determinante per il futuro della città. Per realizzarla si ritiene necessario:
tutelare i negozi di vicinato e governare attivamente lo sviluppo della Distribuzione Organizzata, subordinando nuove aperture ad approfondite riflessioni. La rete commerciale ideale dovrebbe prevedere un mix equilibrato tra i canali distributivi salvaguardando, sia all’interno dei Centri Storici che nei cd. Hub Urbani, botteghe storiche ed esercizi di vicinato;
attuare una progettazione urbanistica, a partire dal PUG, basata sulla rigenerazione urbana e la valorizzazione del patrimonio urbanistico, attraverso l’arricchimento del verde pubblico;
incentivare l’imprenditoria commerciale, specialmente quella costituita dai soggetti più
giovani, attraverso misure specifiche (come detassazioni ad hoc);
impostare un piano preciso e scadenzato pubblico-privato (a tutti i livelli, locale, regionale,
nazionale ed europeo) per realizzare progetti destinate alle aree interne e di montagna
della provincia;
valorizzare borghi, arte e cultura del territorio, attraverso investimenti nel marketing territoriale e il rilancio della Società fieristica;
investire in piste ciclabili per i collegamenti tra la città e la provincia, anche per attrarre il
turismo sportivo e cicloamatoriale;
capitalizzare la presenza sempre più numerosa di giovani universitari promuovendo turismo
enogastronomico e qualità della vita degli studenti;
rilanciare il turismo fluviale, con la creazione di un approdo sul Po per le motonavi.
Valutare la fattibilità del trasporto fluviale delle merci;
dare continuità alle iniziative legate all’attrazione di attività sportive, ospitando eventi di
portata nazionale e internazionale (anche amatoriale);

PANEL 2: AMBIENTE, TRASPORTI E LOGISTICA
La progettazione della Piacenza del futuro passa per un approccio integrato e di sistema che dia vita ad una provincia a misura d’uomo e sostenibile.
A tal proposito, si ritiene necessario:
investire in banda larga e fibra ottica nelle aree montane ancora sprovviste, garantendo a
tutti i cittadini il diritto di accesso alla rete e rispondendo alle esigenze di connettività.
Attuare un piano di intervento in collaborazione con Regione e settore privato;
sensibilizzare le amministrazioni pubbliche sul tema delle comunità energetiche e la produzione di energia rinnovabile sul territorio. Concentrarsi sulla dimensione dei soggetti operativi, valore economico/sociale degli investimenti, ruolo degli Enti pubblici;
rendere operativa una mobilità innovativa, che permetta alle persone di muoversi in sicurezza e in una dimensione di sostenibilità. Definire un piano operativo coordinando i picchi di domanda di trasporto, allineandosi alle necessità di scuole, aziende ed uffici pubblici;
agevolare e incentivare forme di trasporto collettivo per i lavoratori di imprese di mediegrandi
dimensioni collocate in specifici distretti produttivi, riducendo il numero di mezzi circolanti e rispondendo alle necessità di pendolari;
recuperare le aree dismesse per nuovi progetti industriali, artigianali o di housing sociale, sportivo e ricreativo, con l’impiego di materiali eco-compatibili e impianti fotovoltaici in una logica di comunità energetica e tutela del verde pubblico;
guidare lo sviluppo della logistica a Piacenza sul modello già adottato da Castel San Giovanni. Pianificarne lo sviluppo, adottando un criterio che prediliga il sorgere di distretti intensivi ma circoscritti e comprensivi in aree che si adattano per la loro collocazione. Ciò contribuirà ad una organizzazione razionale del settore. Incrementare e migliorare i servizi dell’area logistica destinati agli autotrasportatori, come aree ristoro e servizi igienici;
rispetto integrale e piena attuazione in ogni suo capitolo del Protocollo provinciale della
Logistica;
realizzare il cosiddetto “polo del ferro” in tempi rapidi;
creare un sistema di consegna delle merci all’interno della città basato su hub e mezzi non
inquinanti;
incrementare le fermate piacentine delle linee dell’alta velocità, in favore di pendolari e
turisti;

PANEL 3: DEMOGRAFIA, STATO SOCIALE, WELFARE, SANITA’, TUTELA DEL LAVORO FEMMINILE E DELLA FAMIGLIA
La qualità della vita in città e nelle aree interne della provincia rappresenta un elemento prioritario per gli scenari di sviluppo piacentino.
Per valorizzarla, si ritiene necessario:
mantenere i servizi essenziali nelle aree interne, a tutela dei residenti dei Comuni montani;
introdurre progetti di telemedicina territoriale che coinvolgano gli esercizi commerciali presenti nei Comuni delle aree interne in collaborazione con AUSL. Queste piccole realtà sono già investite di un prezioso ruolo sociale dagli abitanti e potenzialmente potrebbero diventare mini-centri di trasmissione dati per AUSL stessa, con un monitoraggio dei parametri base;
promuovere l’occupazione femminile, a Piacenza superiore alla media nazionale ma sempre inferiore alla media europea, per agevolare il raggiungimento dell’autonomia economico-finanziaria alle donne e rispondere alla domanda di profili da parte delle aziende piacentine (in un contesto di inverno demografico). Tra gli elementi fondamentali, un solido sistema di welfare e la tutela del diritto alla salute;
introdurre misure innovative per supportare la salute dei lavoratori, prevedendo la riorganizzazione dei tempi di lavoro, l’introduzione di orari flessibili e del telelavoro, dando
seguito alle esperienze positive di collaborazione imprese-sindacati già in corso;
accelerarei tempi di costruzione del nuovo ospedale, struttura che servirà città e provincia, per rispondere alle tendenze strutturali di natura demografica che caratterizzeranno anche Piacenza;
investire in alloggi di edilizia residenziale pubblicae convenzionata per facilitare l’accesso a soluzioni abitative agevolate per le classi medie e i nuclei familiari economicamente più fragili; sviluppare in maniera sempre più capillare la medicina territorialee domiciliare, primo
presidio sanitario per i cittadini (soprattutto in provincia);
adeguare l’offerta di alloggi al crescente numero di studenti universitari presenti a
Piacenza, anche attraverso la realizzazione di studentati. L’incremento della componente
universitaria in città costituisce un potenziale volano di crescita in termini commerciali e
demografici.
considerare soluzioni residenziali integrate – come il cosiddetto “senior housing” – per
contrastare le criticità derivanti dall’invecchiamento della popolazione;
adottare modelli partecipativi – come la cooperativa di comunità – per coinvolgere i
cittadini nella partecipazione alla gestione dei servizi per il territorio e il miglioramento
della qualità della vita.
monitorare e promuovere la rete dei servizi per la prima infanzia e servizi integrativi al fine
di avviare servizi flessibili alle attuali esigenze dei nuclei familiari;
supportare la rete dei servizi accreditati per persone anziane/non autosufficienti e disabili prestando attenzione alle evoluzioni legislative e implementazione del sistema di servizi domiciliari;
valorizzare la rete dei servizi extrascolastici (centri educativi, spazi di aggregazione, ecc)
per avere un quadro dei bisogni e delle necessità delle giovani generazioni il più possibile aggiornato;
tracciare rinnovati percorsi di sostegno alla genitorialità e adultità giovane e fragile;

CONCLUSIONI
Alla luce di quanto emerso all’interno del presente documento, si ritiene necessario costituire un tavolo provinciale che coinvolga enti pubblici e soggetti firmatari del presente documento con l’obiettivo di:
elaborare strategie, documenti di indirizzo e attività utili allo sviluppo territoriale, partendo
dall’analisi dei dati statistici resi disponibili dalle fonti istituzionali su base trimestrale;
coinvolgere direttamente i Comuni della Provincia, ritenendo fondamentale l’individuazione di una figura referente con ruolo di coordinamento per lo sviluppo economico nei Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti e l’istituzione, per gli stessi, di un assessorato dedicato allo sviluppo economico. Il referente comunale parteciperà ad un coordinamento provinciale che, in dialogo con la neocostituita Commissione di Concertazione composta da associazioni datoriali e sindacali, avrà funzioni di proposta, verifica e valutazione in merito a:
politiche di sviluppo economico e lavoro;
elaborazione condivisa della programmazione urbana;
qualificazione delle stazioni appaltantii i punti principali del documento.

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version