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    La “Buona Destra” si presenta. Uscita pubblica a Piacenza del nuovo partito

    Si è tenuta questa mattina in Via XX Settembre la conferenza stampa di presentazione del comitato di Piacenza del del nuovo partito “Buona Destra”, il primo a nascere in Regione, seguito da Parma e Bologna, su un totale di 80 in Italia, con circa 1.000 iscritti.

    Erano presenti i fondatori del comitato: Giusy Càfari Panìco, Maricarmen Chiesa, Filippo Bobbi (referente), Pietro Dainesi, Pierfrancesco Bionda, Vittorio Tozzini, Marco Panizza e Michele Giardino (consigliere comunale).

    Ma vediamo quali, sono secondo i fondatori i tratti distintivi di questo movimento politico.

    «L’Italia è una grande nazione che invecchia, non cresce da decenni, non riesce a darsi una classe dirigente capace della visione liberale di cui ha bisogno: la risposta non può essere la demagogia dei sussidi indiscriminati, il populismo dello Stato o degli enti locali imprenditori o la deriva autarchica di un miope e sciagurato anti-europeismo.

    La parabola discendente conosciuta dal nostro Paese ha raggiunto il suo termine e trova nell’incarico al Prof. Mario Draghi la migliore soluzione che si potesse augurare all’Italia, grazie alla saggezza del Presidente Mattarella.

    In questo contesto di fiducia e animo unitario si presenta anche a Piacenza la Buona Destra , la nuova speranza di serietà e “normalità” ispirata al manifesto di Filippo Rossi, intellettuale, giornalista e scrittore, nonché, da mesi, fra i primi tre uomini politici più discussi su Facebook (come rilevato dalla stessa piattaforma social). Si capisce subito tutta l’ambizione che ha il nuovo partito d’essere popolare e concreto, e non un salotto culturale radical chic.

    La Buona Destra è realismo politico: al cinismo, all’incoerenza e al trasformismo di chi strumentalizza l’ignoranza e la precarietà dei più deboli, risponde con la serietà e il pragmatismo della verità. È il ritorno alla misura e all’equilibrio delle parole e dei comportamenti, da opporre alle urla degli estremisti: la moderazione nel gestire le paure evocate dai sovranisti.

    La Buona Destra è l’Italia che vuole cambiare, che sa cosa significhi cambiare, perché a problemi nuovi occorrono risposte nuove, ispirate a princìpi permanenti. E’ una destra che crede nell’Europa come unione di valori, opportunità e solidarietà, di cui la prova migliore è la risposta col Recovery Fund alla pandemia da CoVid e alla drammatica crisi che stiamo affrontando.

    La Buona Destra non ha nostalgie del passato, giudica severamente il presente, lavora per costruire un futuro migliore.

    Perché la storia scorre e il suo fluire va interpretato, non subìto. Riconosce un rispetto sacro al Dovere, alla Patria, alla Libertà.

    La Buona Destra è laica. Nel metodo e nella pratica dei valori che si affermano, la ragione dev’essere l’unico criterio con cui la politica riconosce e affronta ogni problema, perché la realtà è complessità, non semplificazione; è diversità, non omologazione.

    La Buona Destra è costituzionale e repubblicana, rifiuta la demagogia irresponsabile e la propaganda del populismo, è democratica e ha una cultura dello Stato all’origine della propria identità. E’ una destra che s’identifica con l’Italia che lavora e non urla, che ragiona e vince le semplificazioni e le paure agitate dai sovranisti.

    La Buona Destra nasce dalla consapevolezza della responsabilità che un’aristocrazia del merito e della cultura deve assumersi per guidare una comunità».

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