La riforma italiana delle banche popolari, varata nel 2015 (il cosiddetto Investment , non viola di per sé il diritto dell’Unione Europea. A dirlo è stato l’avvocato generale della Corte dell’Ue,
Nel suo parere non vincolante (scaricabile qui) lo stesso Hogan ha poi severamente bacchettato i giudici italiani «ho constatato che alcune questioni sollevate dal Consiglio di Stato purtroppo non rispettano in modo del tutto soddisfacente i requisiti di cui all’articolo 94 del regolamento di procedura della Corte. Ciò genera rammarico, in quanto, a mio avviso, la Corte (di Giustizia Europea ndr) non può dare una risposta utile alle questioni che il Consiglio di Stato era tenuto a sottoporre per chiarire l’interpretazione del diritto dell’Unione. In effetti, a mio avviso, la Corte non è stata messa in grado di chiarire alcune delle questioni di interpretazione del diritto dell’Unione che hanno suscitato un ragionevole dubbio tale da indurre il Consiglio di Stato a chiedere una pronuncia pregiudiziale almeno per quanto riguarda alcuni aspetti delle questioni sollevate».
A questo punto si dovrà attendere la decisione finale della Corte Ue, la cui sentenza dovrebbe arrivare nel giro di quattro mesi, e quindi entro giugno.
Dopo di che la palla passerà di nuovo nel campo italiano come ha rimarcato anche il presidente di Assopopolari, il piacentino Corrado Sforza Fogliani: «l’avvocato Ue – ha detto Sforza – ha enunciato dei principi ma soprattutto ha rimesso la decisione al giudice italiano, il Consiglio di Stato, che ora spero possa decidere entro l’estate. Confidiamo – ha aggiunto – che il Consiglio di Stato che già aveva istruito la vicenda possa decidere in breve tempo e a nostro favore».
(Foto Corte di Giustizia dell’Unione Europea)