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    “Le Camere di commercio siano libere di accorparsi o restare indipendenti”

    «Concordo sulla necessità di rivedere la Legge calenda, fatta dal Governo Renzi, sulle Camere di commercio. Quanto previsto in termini di accorpamenti non ha minimamente tenuto conto di quegli enti come il nostro, che lavorano bene per le nostre aziende e il nostro territorio, hanno bilanci in ordini e sono realtà virtuose che in quanto tali non necessitano di accorpamenti come obbligo. Come Lega abbiamo già inserito nella Legge di Bilancio un emendamento allo sblocco del turnover. L’emendamento voluto dalla presidente della Commissione Attività Produttive, Barbara Saltamartini, nostra deputata, è stato condiviso anche da me».

    E’ la posizione della deputata della Lega, Elena Murelli, sull’ipotesi di riforma della legge Calenda per lasciare la facoltà alla Camere di commercio di restare indipendenti (per Piacenza è previsto l’accorpamento con Parma e Reggio Emilia). E sul tema si registra anche l’intervento del senatore Pietro Pisani, firmatario di un emendamento che lascia la libertà di scelta ai diversi Enti camerali. L’emendamento inserito nel decreto Semplificazioni è poi stato stralciato al Senato dopo l’intervento del Presidente della Repubblica che ha ritenuto non fosse strettamente compatibile con le finalità del decreto

    «Ora vorremmo mettere mano alla legge Calenda – conclude Murelli – e avviare un percorso di confronto  con le parti sociali e territoriali per valorizzare gli enti virtuosi e operativi».

    Intanto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio della Camera di commercio (previsto per lunedì 18 febbraio alle ore 10.30) vi è un punto intitolato “riflessioni sul processo di accorpamento delle Camere di commercio” che suona come una possibile retromarcia rispetto alla fusione con Parma e Reggio.

     

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