«Non è che la Regione Emilia Romagna sia governata malissimo. E’ un’amministrazione virtuosa che però potrebbe essere amministrata meglio».
Ed infatti oggi arriva una nettissima pressa di posizione da parte dell’Associazione liberali piacentini secondo cui la realtà è ben diversa e di buona amministrazione regionale non è proprio il caso di parlare.
«Che l’Emilia non sia male governata – dice un comunicato dell’Associazione Luigi Einaudi – è un’opinione che i Liberali e la gente liberale non condividono.
Basta fare il caso (ed il sen. Pisani lo sa) dei Consorzi di bonifica e del Consorzio di bonifica di Piacenza in particolare.
La Regione, da sempre, protegge di fatto questi enti mangiasoldi che chiamano i piacentini a pagare somme non si sa perché e sulla base di evanescenti motivazioni riportate sugli avvisi di pagamento.
La Regione Emilia, addirittura, ha formalmente dichiarato territorio di bonifica l’intera superficie dell’Emilia nei suoi confini amministrativi. Dà soldi al Consorzio di bonifica che, facendo opere con quei soldi, applica poi la tassa di bonifica, come proprio anche al sen. Pisani è stato rappresentato in una sua recente visita elettorale in comune di Ziano.
La Regione consegna i canali diversivi al Consorzio di bonifica invece che al Comune di Piacenza (che da più di vent’anni lì reclama) così ‘giustificando’ una tassazione milionaria che colpisce tutti i cittadini di Piacenza che hanno una casa, singola o in condominio. E questo con la scusa di addurre le acque piovane che cadono dalle grondaie al loro sversamento finale, servizio per il quale i piacentini già pagano una tassa al Comune. Dopo molte insistenze la Regione ha approvato una legge – anni e anni fa – che impone ai Consorzi di bonifica il voto online, per superare la vergogna delle elezioni cartacee (per la quale Confedilizia ha impugnato il preteso conteggio di voti e che hanno una partecipazione al voto da parte degli aventi diritto da prefisso telefonico), imponendo altresì la modifica nello stesso senso dello statuto consortile.
Ma fu solo una delle tante manovre sceniche fatte dalla Regione rossa per ingannare i disattenti. Tant’è che recentemente la straripante maggioranza di sinistra in Consiglio regionale ha respinto un ordine del giorno dei partiti di opposizione di destra che invitava la Regione stessa ad imporre davvero ai Consorzi di bonifica il voto online, per ridurre ad essere di nessun valore le truppe cammellate che partecipano attualmente al voto nella percentuale dello zero virgola. Con l’aggravante, per Bonaccini, che questa non è neppure un’impostazione politica del suo partito in quanto tale, sia pure dallo stesso rinnegato e cioè il Pd. Tant’è che un’altra Regione rossa, come le Marche, ha abolito i Consorzi perlomeno in parte come pure ha fatto un’altra Regione rossa e cioè la Toscana. Quella a favore dei Consorzi è una posizione esclusiva, da sempre, dei comunisti emiliani, Bonaccini compreso, e sapranno loro perché anche se è facile immaginarlo e speriamo che sia solo una motivazione clientelare.
Se questo è buon governo (come dice Pisani, che sembra aver cambiato idea andando a Roma) si accontenti pure lui. L’Associazione dei liberali mantiene la posizione di sempre e cioè per una bonifica veramente al servizio dell’agricoltura e basta, come è avvenuto fino a qualche decennio fa. Avvertendo peraltro gli agricoltori che finché affideranno l’incarico di costruire le dighe al Consorzio di bonifica, l’opposizione dei Comuni piacentini non mancherà mai. Sanno infatti che, come è avvenuto per le casse di espansione e i canali di bonifica, quando il Consorzio di Piacenza fa un’opera (anche solo spendendo soldi di Stato e Regione, così da utilizzare quelli provenienti dalla tassazione per stipendi milionari, per finanziare manifestazioni propagandistiche, e per pagare pubblicità giornalistica con 100.000€ circa all’anno) poi arriva immancabilmente la tassazione della bonifica, che si aggiunge all’acqua irrigua fatta pagare di più che dai condòmini irrigui privati».