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    Manuela Monti: dalla medicina rigenerativa alla clonazione umana

    Riprendono i “Giovedì della Bioetica” in Fondazione con la biologa Manuela Monti: sulle scienze della vita affronterà il tema “Dalla medicina rigenerativa alla clonazione umana”.

    Manuela Monti è una ricercatrice che dopo aver lavorato, per dieci anni nei più importanti centri di ricerca del mondo da Tokio, agli Stati Uniti all’Inghilterra, ha deciso di tornare in Italia e ora è impegnata a Pavia nel Centro Ricerche di Medicina Rigenerativa della Fondazione Policlinico San Matteo.

    Il sesto appuntamento del 2019, nel programma, prevedeva la conferenza del prof. Remo Bodei, che per motivi di salute non potrà essere presente.

    L’appuntamento con Manuela Monti, promosso dall’Istituto Italiano di Bioetica – Sezione Emilia Romagna con sede a Piacenza, è per giovedì 24 ottobre, alle 17.30, in via S. Eufemia 13 nel Salone d’Onore di Palazzo Rota Pisaroni della Fondazione di Piacenza e Vigevano, partner dell’iniziativa.

    Presentato dal presidente dell’Istituto di Bioetica, Giorgio Macellari, Manuela Monti, ricercatrice in Bioingegneria e Bioinformatica medica,  allieva del professor Carlo Alberto Redi, parlerà della medicina rigenerativa come “progettare e stampare organi 3D” sino a spingersi alle aspettative e alle inquietudini suscitate dagli esperimenti sulla clonazione umana e all’ibernazione del corpo intero o di sue parti.

    «Nel periodo in cui stiamo vivendo, quello delle scienze della vita, – dichiara Manuela Monti –  importanti scoperte e grandi avanzamenti tecnologici del sapere (cellule staminali, la possibilità di progettare e stampare organi 3D o protesi persino nelle zone più remote del pianeta, come gli splendidi esempi del gruppo “Not impossible lab” dimostrano) aprono a scenari di meravigliosa eccitazione, sorpresa e inquietudine».

    «Poiché i grandi cambiamenti nascono sempre dalle piccole cose, – aggiunge la biologa Manuela Monti – risulta interessante capire come l’impiego degli “-oidi” (corpi embrioidi, gastruloidi, organoidi) stia divenendo sempre più fondamentale per lo studio del funzionamento e della risposta di mini organi e tessuti ottenuti “in provetta” a farmaci in fase di sperimentazione».

    «Non solo – insiste Manuela Monti – , le bio-ispirazioni dal mondo animale e vegetale arricchiscono le nostre conoscenze grazie alla messa a punto, ad esempio, di aghi indolori ispirati agli aculei del porcospino o di sistemi in grado di catturare rare cellule circolanti (come quelle tumorali) “copiando” il modo in cui i tentacoli delle meduse attirano particelle di cibo fluttuanti nell’acqua».

    «Mentre questi studi sono parte della attuale ricerca scientifica, – conclude la biologa Monti – falsi miti come quello relativo alla clonazione umana, all’ibernazione del corpo intero o di sue parti (in modo particolare, testa e cervello) portano ad una visione frankensteiniana degli avanzamenti e progressi scientifici. Solo cittadini capaci di intendere le problematiche poste in campo da queste rivoluzioni possono decidere, in autonomia, cosa si ritiene lecito applicare delle tante innovazioni biotecnologiche, sviluppando una “cittadinanza scientifica” alla base di una laica democrazia “cognitiva”».

    Biologa delle cellule germinali, Manuela Monti è dottore di Ricerca in “Bioingegneria e Bioinformatica medica” e ricercatrice del Centro Ricerche di Medicina Rigenerativa della Direzione Scientifica della “Fondazione Policlinico San Matteo”, di Pavia.

    Studia l’espressione genica nelle ultime fasi differenziative degli oociti e nelle primissime fasi di sviluppo dello zigote svolgendo ricerche con il National Institute on Aging di Baltimora e con il Cell Cycle Genetics Research Group dell’Università di Cambridge. Svolge un programma di ricerche dedicato alla neo-oogenesi in condizioni di prematura perdita oocitaria e senescenza.

    Manuela Monti ha fatto esperienze scientifiche ed ha lavorato al Keio University School of Medicine, di Tokyo;  all’Istituto di biologia delle cellule staminali e medicina rigenerativa di Stanford school of Medicine, di Stanford, in  USA (ricerche sulle cause che portano alla sterilità femminile); alla Gurdon Institute Laboratory of cell cycle and genetics di Cambridge nel Regno Unito,  e infine al National Institute on Aging, National Institutes of Health, di Baltimora in  USA.

    L’ultimo appuntamento dei “giovedì delle bioetica” per il 2019 è in programma per il 14 novembre, alle 17,30, sempre in Fondazione, con lo scienziato Matteo Cerri, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna, che parlerà della “scienza del freddo: dagli ibernauti all’etica dell’immortalità”.

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