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    Ostilità e falsità in campagna elettorale: i dati Ipsos e Assocompol

    Che campagna elettorale è stata? Ipsos e Assocompol (Associazione Italiana di Comunicazione Politica) sono andati ad analizzare il livello di ostilità che è stata registrata nei media, valutando la percezione dei cittadini della disinformazione (le famose fake news). Il campione complessivo era di 800 persone, scelte in modo casuale e intervistate periodicamente lungo tutto il corso delle 6 settimane che hanno preceduto il voto. Nella prima settimana l’ostilità percepita è elevata ma non elevatissima, da registrare una percezione di false notizie molto elevata, il 55% complessivo. Indice sintetico di ostilità 72/100.

    Nella seconda settimana 64 intervistati su 100 hanno creduto che il linguaggio fosse insultante, mentre 74 su 100 che le fake news sono una metodologia usata abitualmente in campagna elettorale. Interessante vedere perciò una correlazione tra fake news e risultati elettorali. Insomma chi l’ha sparata più grossa effettivamente ha ottenuto risultati soddisfacenti alle urne? Indice sintetico di ostilità 69/100, in leggero calo.

    In piena campagna i fatti di Macerata non hanno certo aiutato ad abbassare i toni. Il 43% degli intervistati valuta che ci sia elevata aggressività, mentre il 57% che siano diffuse le fake news. Con l’eccezione della Lega, nel centrodestra i toni ostili sono meno sentiti (67%) che nel centrosinistra, M5S e Leu (73-75%). I più infastiditi dall’ostilità sono indecisi e astensionisti. Nella terza settimana indice salito a 74/100. Siamo al 9 febbraio.

    La quarta settimana viene caratterizzata da un post razzista su Facebook che scatena l’odio del popolo della rete, divenendo un fenomeno virale. Il post raccontava di un rifugiato che viaggiava sul treno senza biglietto, ma la notizia si è rivelata falsa. 75 mila condivisoni e un clima degenerato, tanto da portare alla cancellazione del post dopo numerose critiche e segnalazioni. L’aggressività percepita aumenta fino al 74%, ma è interessante notare come la fascia più anziana della popolazione (51 -64 anni) percepisca in modo più consistente l’aggressività (78%) rispetto a una popolazione giovane (18 – 34 anni) che la percepisce meno, quasi rassegnata all’aggressività come stile di campagna o consapevole che sia la norma. Gli anziani ancora percepiscono la falsità più diffusa rispetto ai più giovani, anche se in forma minore. Indice sintetico ostilità 75/100.

    La quinta settimana mostra una sostanziale continuità coi precedenti dati, aggiungendo un fatto: la percezione di aggressività e di falsità è maggiore tra le persone laureate rispetto a chi possiede la licenza media o elementare. Ribaltando, chi ha un titolo di studio inferiore percepisce meno aggressività e percepisce meno la falsità delle notizie che circolano.

    Manca l’aggiornamento della sesta e ultima settimana. Più avanti ulteriori aggiornamenti.

    Info QUI

    Qui lo studio completo   

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