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    Pensionato ucciso dai cinghiali a Rovegno in Alta Val Trebbia

    Sarebbe stato ucciso dai cinghiali a Rovengno, in Alta Val Trebbia (paese ligure al confine con la provincia di Piacenza) Antonio Mazzoni, pensionato di 78 anni, residente a Lavagna. Come tutte le estati si era trasferito nella casa di famiglia. Il fatto è avvenuto nella notte fra giovedì 5 e venerdì 6 settembre 2019.

    L’uomo, cacciatore, deteneva regolarmente il fucile che è stato trovato di fianco al suo cadavere. Mazzoni era in un lago di sangue vicino all’orto che curava con passione.

    In un primo momento si era pensato che il pensionato potesse essere stato colpito accidentalmente da un proiettile esploso dalla sua stessa arma. Il medico legale non ha però trovato alcuna ferita da arma da fuoco.

    La sorella ed il cognato, preoccupati perché non riuscivano a contattarlo, hanno allertato i soccorsi. Proprio ieri la moglie era scesa a Lavagna, lasciandolo solo in montagna.

    Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 ed i carabinieri ma per l’anziano non vi è stato nulla da fare.

    Secondo le prime ipotesi Mazzoni sarebbe morto dissanguato in seguito ad una profonda ferita alla gamba, molto probabilmente provocata da una zanna.

    Il 78enne sarebbe uscito di casa per allontanare un gruppo di cinghiali dalla sua proprietà e gli animali l’avrebbero aggredito, uccidendolo.

    L’uomo sarebbe riuscito a sparare alcuni colpi contro gli ungulati ma non avrebbe fermato l’assalto degli animali che gli sarebbe risultato  fatale a causa della rescisione dell’arteria femorale.

    Sembra che l’uomo fosse “ossessionato” dalle continue scorribande degli ungulati nel suo orto. Non si esclude che l’anziano possa aver sparato ad uno degli animali e che quest’ultimo, ferito, abbia reagito partendo all’assalto. Per questo i carabinieri avrebbero cercato eventuali tracce di sangue nel terreno circostante. Oppure l’uomo potrebbe aver sparato in aria per allontanare gli animali, spaventandoli ed innescando l’incidente. I vicini hanno riferito di aver udito alcuni spari.

    Fra i soccorritori ed i primi a trovarlo c’era anche un cognato che lavora presso la polizia locale di Rovegno.

    In Liguria, ma non solo, il problema dei cinghiali si è fatto sempre più grave ed ormai gli animali si spingono nei centri abitati, fino a valle. Tanti i casi segnalati a Genova e fino sulla costa come recentemente a Rapallo e Santa Margherita (come documentato dalle due foto che proponiamo e che sono state pubblicate pochi giorni fa su Facebook) .

    L’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai ha detto che la situazione non è più sostenibile e trattandosi di un animale selvatico pericoloso per l’uomo occorre contenerlo. Secondo Mai serve un intervento coordinato a livello nazionale ed ha anticipato che verrà aperto «un tavolo di crisi per i cinghiali e la fauna selvatica nel suo complesso».

    «Siamo terrorizzati – ha dichiarato Pino Isola, sindaco del paese, al Secolo XIX -, qui i cinghiali si aggirano indisturbati e spesso si tratta di bestioni di 150 chili. Io stesso, qualche giorno fa, mi sono dovuto chiudere in casa perché ne avevo uno nel mio giardino. Devono autorizzarci a difenderci in qualche modo».

    Come comportarsi davanti ad un cinghiale

    Di solito i cinghiali sono animali mansueti e tendenzialmente sono i primi ad allontanarsi dall’uomo. Il cinghiale (specie quello più selvatico) è un animale veloce, con un potente apparato mascellare e con zanne molto affilate che vengono usate per difendersi dai predatori (che oggi sono in pratica quasi assenti nei nostri boschi).

    Davanti ad uno o più cinghiali il consiglio è quello di non fare mai movimenti troppo bruschi, non agitarsi e lasciarli passare. Se è possibile si può tentare di allontanarsi pian piano, magari indietreggiando lentamente passo dopo passo. Evitare di lanciare pietre, sassi o bastoni che potrebbero spaventare o far infuriare l’animale. Non bisogna per nessun motivo dare da mangiare agli ungulati perché questo contribuisce a farli avvicinare alle città ed ai paesi (comportamento che è peraltro un reato).

    Il cinghiale può diventare pericoloso in un paio di situazioni. Innanzitutto quando si sente in trappola, non ha vie di fuga perché ad esempio ha davanti a sé una recinzione od un muro. In questo caso se l’uomo è troppo vicino potrebbe venire attaccato (se possibile cercare una via di fuga come un rialzo, un muretto, un albero). Anche un cinghiale femmina con i cuccioli può costituire un pericolo, visto l’istinto materno di difesa della prole. E’ bene mantenersi a debita distanza di sicurezza.

    Avere con sé un cane non è una maggiore sicurezza, anzi: verrà con ogni probabilità visto come un potenziale nemico ed in uno scontro difficilmente avrà la meglio.

    Spray al perperoncino contro i cinghiali? Utile o no?

    Alcuni consigliano di girare nei boschi armati di spray al peperoncino da usarsi nel caso si venga attaccati ma è un tema assai dibattuto e c’è chi ritiene che invece il suo utilizzo non corretto possa avere essffetti controproducenti. Premesso che, come si diceva, difficilmente un cinghiale si avvicina all’uomo di sua spontanea volontà, è bene ricordare che un normale spray al peperoncino ha una gittata alquanto limitata di mezzo metro al massimo e rischia dunque di risultare del tutto inefficacie.

    Meglio allora munirsi di una pistola al peperoncino che ha un getto che raggiunge anche i tre metri e che è in libera vendita in Italia.

    In Canada (ma anche ad esempio in Slovenia) per difendersi dagli orsi vengono venduti spray con gittata fino a 10 metri che possono essere dunque un buon strumento di difesa. In Italia non sono però commercializzate e non sono neppure legali.

    A proposito di peperoncino in Friuli ed in altre parti di Italia si sta sperimentando l’utilizzo di miscele a base di peperoncino sparse sul terreno per tenere lontani i cinghiali da vigneti e da altre coltivazioni. Un metodo naturale di cui bisogna però capire l’effettiva efficacia e praticità nel tempo.

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