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    “Per un amico”. Si inaugura sabato l’omaggio a Giancarlo Braghieri

    Si intitola “Per un amico – omaggio a Giancarlo Braghieri” la mostra che verrà inaugurata sabato 26 ottobre 2019 (e resterà aperta fino al 20 novembre) presso la Galeria delle Visioni in via Cittadella 34 a Piacenza. La mostra, ad ingresso libero, cade a dieci anni esatti dalla scomparsa dell’artista e ripropone numerose sue opere (dal 1967 al 2001) rappresentative dei vari periodi creativi. Inoltre saranno esposte le opere che otto amici hanno voluto tributargli: Alfredo Casali, Luigi Gatti, Giuseppe Tirelli, Alberto Gallerati, Gianni Zambianchi, Valter Lusardi, Gaby Pizzi e Riccardo Foletti.

    Chi fosse Giancarlo Braghieri lo racconta, nelle righe che pubblichiamo qui di seguito, un suo caro amico Giancarlo Bello.

    «Un artista legato alla terra, ai vitigni, alle erbe, al sole, alla pioggia, al profilo della collina di Vicobarone ed allo scorrere sonoro delle acque del rio Bardoneggia.  Semplice e autentico.

    Giancarlo Braghieri osservava gli uomini e la natura, meditava sul destino, sulla fatica e sulla bellezza, ascoltava la grande musica classica.

    Ho trascorso molti pomeriggi con lui, i cortili delle nostre case di collina erano confinanti e si poteva chiacchierare con tranquillità mentre il silenzio era rotto solo dal suono degli uccelli, dal latrare di qualche cane e dal rumore di un trattore lontano.

    Giancarlo amava il mito greco e spesso lo trasferiva sulla tela; ragionava sull’astuto e sfortunato Sisifo e sulle sue eterne e insensate fatiche. Come punizione per la sagacia dell’uomo che aveva osato sfidare gli Dei, Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto spingere un masso dalla base alla cima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo raggiungeva la cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte e ogni volta, e per l’eternità, Sisifo avrebbe dovuto ricominciare da capo la sua scalata senza mai riuscirci.

    Giancarlo Braghieri rimase affascinato dal mito di Sisifo e lo rappresentò sulle sue tele con ripetuta e partecipata solidarietà. “La storia è lacrime, e l’umano soffrire commuove la mente”- scrisse Virgilio nelle Georgiche e Braghieri se ne fece interprete.

    Altro tema che affascinava l’artista era il tempo, l’inesorabile tempo che fugge irrecuperabile e tutto porta via, anche la memoria (Omnia fert aetas, animum quoque – per citare ancora il sommo mantovano).

    Ricordo commosso le ore trascorse assieme, una bottiglia del vino che lui stesso produceva sul tavolino in corte, a parlare di arte, di destino, di giustizia, di donne e di musica.

    Giancarlo amava la musica, le opere liriche verdiane, ma soprattutto l’ultimo Beethoven, il misterioso visionario delle ultime sonate e degli ultimi quartetti, probabilmente la massima espressione prodotta dalla cultura e dall’intelligenza umana nella sua millenaria storia.

    Dopo avere ascoltato assieme Beethoven, Giancarlo mi salutava, prendeva un cesto e si avviava per la collina a cogliere le erbe aromatiche selvatiche che ben conosceva fin dai tempi della sua difficile infanzia ed adolescenza nelle campagne di Creta, Breno e Borgonovo; erbe destinate alla sua adorata Stella per preparare dei meravigliosi, profumati e delicati tortelli con la coda.

    Giancarlo Braghieri era così, un geniale artista che dalla rurale semplicità delle origini giunse, attraverso le scuole d’arte di Piacenza, Milano e Venezia, a maturare una sensibilità espressiva di qualità straordinaria e di lirica drammaticità.

    A dieci anni dalla sua scomparsa, l’associazione culturale Galleria delle Visioni ha deciso con gran merito di dedicargli questa mostra, affettuoso ricordo di amici e discepoli ad un grande maestro».

    Dopo la vernice prevista per sabato alle 17,30 (con aperitivo) la mostra sarà aperta tutti i pomeriggi dalle 16 alle 19 (esclusi giovedì e domenica).

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