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    Perché i carteggi di Giuseppe Verdi, all’asta da Sotheby’s, non arriveranno mai a Piacenza

    Sono almeno un paio di settimane che a Parma le istituzioni, il sindaco, gli assessori, i parlamentari si sono mossi per far sì che il ministero dei Beni Culturali partecipi all’asta sui carteggi di Giuseppe Verdi, indetta da Sotheby’s, a Londra, giovedì 26 ottobre. In prima fila il senatore Giorgio Pagliari che aveva incontrato il ministro Dario Franceschini per sollecitare  la partecipazione del dicastero all’asta.

    All’incanto andranno sedici lotti fra lettere, spartiti e fotografie firmate. Il valore stimato complessivo si aggira fra i 350 mila euro ed i 550 mila euro, anche se l’aggiudicazione avverrà in sterline.

    La settimana scorsa il sindaco Federico Pizzarotti, il pro rettore vicario dell’Università di Parma Giovanni Franceschini, il direttore generale del Teatro Regio Anna Maria Meo ed il presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani, Nicola Sani avevano scritto al ministro Franceschini.

    Come ha reso noto il senatore Pagliari «nella giornata di giovedì, il Comitato Tecnico Scientifico Biblioteche e Istituti Culturali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha valutato la documentazione del maestro Giuseppe Verdi e ha giudicato di grande interesse:

    1. a) il lotto 138, costituito da 36 lettere inviate, tra il 1844 e il 1851, da Giuseppe Verdi al librettista Salvatore Cammarano, che collaborò alla stesura dei libretti di Alzira, La battaglia di Legnano, Luisa Miller e Il trovatore;
    2. b) il lotto 137, relativo all’autografo verdiano riguardante una scena dell’Ernani;
    3. c) il loto 140, costituito da un autografo verdiano concernente un estratto musicale della Luisa Miller;
    4. d) il lotto 144, rappresentato da una lettera del Maestro al suo carissimo amico, dr. Cesare Vigna, incentrata sull’allestimento dell’Aida a Venezia nel luglio 1876.

    Il Comitato ha, quindi, espresso parere positivo in ordine all’acquisizione dei suddetti lotti o tramite trattativa diretta o tramite partecipazione all’asta. Il parere è stato subito trasmesso alla Segreteria Generale per le determinazioni finali».

    Nel frattempo, improvvisamente (venerdì 20 ottobre 2017) anche Piacenza si è mossa sull’argomento (vedi comunicato stampa qui sotto e successiva integrazione).  L’assessore Polledri ha sollecitato un intervento del ministero (in realtà già avvenuto) ed ha candidato la nostra città come possibile luogo dove conservare le carte verdiane qualora il ministero vincesse l’asta.

    Un tentativo insomma per “scippare” a Parma le carte di Verdi che appare tardivo e che difficilmente avrà successo (sempre ammesso che il ministero vinca l’asta).

    E’ indubbio che Verdì fu molto legato alla nostra provincia. La sua famiglia era piacentina da parte di madre e di padre. Fu consigliere provinciale di Piacenza e visse molti più anni nella sua villa di Sant’Agata di quanti non ne trascorse in territorio parmense.

    Alla fine però quel che conta è saper valorizzare ciò che si ha (a volte anche quello che non si ha) e bisogna ammettere, a malincuore, che Parma ci riesce sempre molto meglio di Piacenza: sono persino stati capaci di far passare coppa e pisarei e fasò per parmigiani! Figuriamoci se si faranno sfuggire anche “un capello” di Giuseppe Verdi che, alla fine è nato a Roncole, frazione di Busseto e non oltre il torrente Ongina, nel piacentino. Sono solo tre chilometri, ma tre chilometri che contano.

    Che poi, anche qui, …. i parmigiani l’hanno capita prima e meglio di noi, chiamando il paese Roncole Verdi … cosa che poteva fare (e può ancora fare) anche Sant’Agata (dove vivono peraltro i discendenti del compositore).

    Realisticamente sarebbe già una vittoria se nel piacentino tornassero i documenti del baule di Verdi (di proprietà degli eredi) attualmente trattenuti all’ Archivio di Stato di Parma. Illudersi che i carteggi di Sotheby’s possano mai approdare all’ombra del Gotico è un po’ come sperare che Piacenza abbia una qualche speranza di battere la consorella città ducale nella candidatura a Capitale della Cultura 2020.

     

    Di seguito il comunicato del Comune

    E’ una linea portata avanti dall’Amministrazione comunale e dal Sindaco quella di non disperdere il tesoro di Giuseppe Verdi. E per questo motivo, l’assessore alla Cultura Massimo Polledri, attraverso una nota inviata al ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paola De Micheli e al presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ha avanzato una richiesta “di immediato intervento, affinché un patrimonio culturale italiano di rilevanza storica inestimabile non vada disperso, ma possa rimanere a disposizione della collettività”. Il tutto è riferito alle lettere, alle carte autografe e agli spartiti di Giuseppe Verdi prossimamente all’asta a Londra.

    Nell’appello rivolto alle massime istituzioni dello Stato e delle terre d’origine di Verdi, si sottolinea la disponibilità dell’Amministrazione comunale a “ospitare e valorizzare, mediante il proprio sistema museale, il capitale culturale verdiano quale patrimonio italiano e di Piacenza, in virtù dello stretto rapporto che lega il Maestro al territorio piacentino”. Nella nota, si fa riferimento anche alla sezione della Biblioteca Passerini Landi interamente dedicata al grande compositore, come “prima tappa” del percorso intitolato “Piacenza terra di Verdi”, che espone in via permanente manoscritti, lettere e fotografie “che raccontano le relazioni quotidiane del Maestro con i familiari, gli amici e i collaboratori”.

    “Certo – conclude l’assessore Polledri – che si riconosca il valore culturale dei documenti che saranno messi all’asta a Londra, si auspica un interessamento immediato sulla questione”.

    Della vicenda si sta peraltro occupando fattivamente pure il consigliere regionale Tommaso Foti che, anche nella sua veste di consigliere comunale, sta profondendo ogni sforzo al fine di ottenere il risultato auspicato dall’assessore Polledri.

    Nella mattinata odierna (21 ottobre 2017) l’ufficio stampa ha diffuso una nota integrativa che riportiamo:

    Documenti di Verdi: l’Amministrazione comunale ottiene dal Ministero l’assicurazione che il patrimonio non andrà disperso

    L’Amministrazione comunale si è mossa da tempo per le vie opportune e ha ottenuto assicurazione, da parte del Ministero dei Beni culturali, che il Ministero medesimo seguirà l’acquisto del patrimonio del Maestro Verdi – in procinto di andare all’asta a Londra – anche in forma alternativa all’asta. Il ministro Franceschini ha messo a disposizione la somma necessaria. E’ una linea portata avanti dal Sindaco e dalla Giunta, quella di non disperdere il patrimonio di Verdi. 

     

     

     

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