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    Piacenza: aumenta la raccolta differenziata ma la Regione “non spegne” l’inceneritore

    Legambiente Piacenza interviene sul tema della raccolta differenziata e se da un lato si dice soddisfata per l’aumento della raccolta differenziata nella nostra provincia dall’altro invece critica la decisione di lasciare in attività l’inceneritore.

    «Finalmente la provincia di Piacenza e soprattutto il capoluogo hanno compiuto quel balzo, da noi sempre auspicato, che ha portato la raccolta differenziata rispettivamente al 68% e al 65,7%.

    Non sono ancora percentuali di eccellenza, ma fanno ben sperare per un ulteriore crescita nel 2019 per arrivare al 2020 a superare il 73% previsto dal Piano Regionale.

    Va dato atto che il cronoprogramma che ci era stato presentato dal Sindaco e dall’assessore Mancioppi fino ad ora è stato rispettato, (estensione del sistema domiciliare alla zona di Via Dante nel 2018 e poi nel 2019 al centro storico) e i risultati sono evidenti. Con l’attuazione della tariffa puntuale nel 2020 siamo certi che si potrà supererà di molto l’obbiettivo previsto dal Piano Regionale avvicinandosi all’80, 90%.

    Soprattutto l’estensione del porta a porta al centro storico rappresenta una scelta importante anche se   le comprensibili e condivisibili disfunzioni evidenziate da molti cittadini indicano che, da parte del gestore [Iren], si è cercato più di trovare soluzioni al “risparmio” che non rispondere alle esigenze delle utenze e quindi dei cittadini. Ma si può rimediare …basta volerlo.

    Rimangono ancora problemi irrisolti quale ad esempio la non omogeneizzazione dei materiali raccolti sul territorio comunale tramite la raccolta domiciliare e quindi permangono lungo le strade campane per il vetro e plastica abbinata al barattolame che peraltro risultano molto spesso piene e che favoriscono il nascere e crescere di piccole discariche a cielo aperto.

    Anche in Provincia i dati appaiono confortanti ( ben 7 comuni superano l’80%, ma altri 11 sono già oltre il 70% e 14 tra il 60 e 70%) laddove 32  comuni su 46 hanno superato o stanno raggiungendo il traguardo del 73% previsto al 2020.

    Un altro dato importante è che, a livello regionale, proseguendo con questo trend sarà possibile non solo raggiungere , ma superare l’obbiettivo previsto e quindi attuare pienamente le indicazioni del Piano Rifiuti.

    Purtroppo per noi Piacentini le buone notizie finiscono qua!!

    Inceneritore in esercizio oltre la scadenza

    E’ di pochi giorni fa la decisione della Regione di lasciare in esercizio oltre la scadenza del piano rifiuti l’inceneritore di Piacenza, nonostante  la confermata chiusura dell’impianto di incenerimento di Ravenna. Un drammatico passo indietro rispetto alla legge regionale e al Piano Regionale dei Rifiuti ed una vittoria di chi vuole mantenere in funzione un impianto non meno vecchio ed obsoleto di quello di Ravenna .

    Un impianto quindi che continuerà a bruciare rifiuti urbani  “sine die” ed in aggiunta rifiuti speciali da tutta la regione a completamento, man mano che i rifiuti urbani caleranno a seguito dell’aumento della raccolta differenziata

    Evidentemente la lobby degli inceneritori continua la sua opera a Piacenza e gli interessi di pochi continuano a decidere della salute e del benessere di una popolazione colpita da un pesante inquinamento di cui l’inceneritore è una causa non secondaria.

    Ma quello che lascia più di tutto esterrefatti è che la decisione della Regione è presa in un momento in cui i dati sulla Gestione Rifiuti stanno confermando e superando di gran lunga le assunzioni che nel Piano portavano alla logica conclusione della chiusura dei due inceneritori in questione [Ravenna e Piacenza] al 2020.Rispetto al 2017 un più 7,6% che attesta la provincia di Piacenza (68,7%)a poco più di un 4% dal raggiungimento dell’obbiettivo previsto al 2020, 73%.

    Mancano quasi  2 anni e il positivo trend fa pensare alla possibilità di superare, di molto, la percentuale prevista. Già nel 2019, con l’estensione nel centro storico di Piacenza del sistema di raccolta domiciliare ci sarà un ulteriore balzo in avanti e nel 2020 è prevista l’attuazione della tariffa puntuale che rappresenta la modalità, come dimostrano i dati di molti comuni emiliani ed anche alcuni piacentini , per portare la raccolta differenziata attorno all’80-85%.

    Cosa è cambiato nelle assunzioni alla base del Piano Rifiuti vigente per  dichiarare oggi che la chiusura al 2020 dell’inceneritore di Borgoforte porterebbe ad un aumento delle emissioni di CO2 dovuto al trasporto su gomma del rifiuto solido urbano residuo a Parma? Nel Piano era già stato previsto  sia il trasporto a Parma che il calcolo delle emissioni come favorevole ?

    Terminare l’attività dell’inceneritore nel più breve tempo possibile , una delle industrie inquinanti che contribuisce alla pesante situazione in cui viviamo, deve essere un obiettivo irrinunciabile per i Piacentini ma soprattutto èpossibile farlo! Appare quindi  opportuno sentire, attraverso un referendum consultivo, il parere dei cittadini di Piacenza in merito al futuro dell’impianto di Borgoforte dopo il 2020!

    Vogliono i Piacentini un futuro fatto ancora di incenerimento rifiuti? E’ questo il futuro di Piacenza? Noi crediamo di no e soprattutto crediamo che l’emergenza della qualità dell’aria a Piacenza meriti risposte coerenti con il Piano Regionale dell’Aria e con la normativa sull’economia circolare. Raccolta differenziata spinta, passaggio alla tariffa puntuale, riduzione dei rifiuti, chiusura dell’inceneritore e trattamento biologico meccanico del poco rifiuto residuo.

    Un comitato di cittadini sta chiedendo democraticamente di dare voce ai tanti Piacentini, tramite un referendum consultivo, sulle sorti dell’inceneritore dopo il 2020. Come legambiente non possiamo che essere al loro fianco per chiedere per Piacenza un futuro migliore di quello di diventare capitale dell’incenerimento dei rifiuti . Facciamo in modo che il referendum si tenga!».

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