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    Piacenza “benda” la commissione per convincerla ad assegnarle il titolo di Capitale della cultura

    Si è svolto oggi il passaggio finale, il più importante, nel cammino verso l’assegnazione del titolo di Capitale della Cultura Italiana 2020, l’audizione svoltasi stamani a Roma, di fronte alla Commissione del Mibact commentando la quale il sindaco Patrizia Barbieri ha detto «Abbiamo proposto un progetto credibile, frutto del lavoro concreto che in questi mesi ha visto impegnarsi all’unisono tutte le istituzioni coinvolte». Il sindaco ha voluto evidenziare la compattezza e l’efficacia del gioco di squadra «E’ stata una presentazione corale – ha detto il primo cittadino – in cui ciascun componente della delegazione ha avuto voce. Non c’era modo migliore di esprimere la coesione, la partecipazione attiva e il senso della comunità che ha caratterizzato questo percorso, culminato in questa due giorni romana di intenso confronto e coinvolgimento».

    L’assessore alla Cultura Massimo Polledri ha invece sottolineato l’importanza del “gioco di squadra” con i territori limitrofi che sta emergendo con sempre più forza in questi giorni: «Siamo riusciti a far emergere la nostra identità di terra di mezzo, tipicamente italiana nell’integrazione tra contesto urbano e rurale, in grado di valorizzare il patrimonio fluviale del Po. Un altro punto di forza è il sostegno di un ampio bacino geografico: dalla reciproca collaborazione con Parma e Reggio Emilia, con cui anche stamani c’è stata un’ulteriore stretta di mano, al supporto ufficiale della Regione Lombardia, delle vicine Genova e Alessandria».

    Tra i dettagli dell’audizione, durata circa un’ora e un quarto tra la presentazione e le successive richieste di approfondimento, la suggestione dell’inizio: ai commissari, bendati, sono stati fatti toccare gli altorilievi in digitale della Madonna Sistina di Raffaello (riprodotti grazie all’ingegner Roberto Zermani del Lions Club Piacenza Gotico) mentre Antonella Gigli, direttrice dei Musei Civici di Palazzo Farnese, ha letto – “non senza commuovermi”, racconta – un testo sul tema, scritto per l’occasione. Paolo Verri, coordinatore della candidatura piacentina, ha spiegato che “mettendo simbolicamente la Commissione in condizione di cecità, abbiamo voluto puntare sui concetti chiave di innovazione e di massima accessibilità della cultura. La squadra di Piacenza si è presentata al meglio e, per quanto le probabilità di farcela non si scostino da quel dieci per cento che avevamo prima di oggi, posso dire che il nostro dossier ha riscosso molto interesse, suscitando numerose domande cui tutti hanno avuto l’opportunità di rispondere».

    Tra le peculiarità che hanno caratterizzato il team piacentino, il coinvolgimento della Curia: «Non è abituale – ha rimarcato Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi – che gli enti religiosi aprano al pubblico con altrettanto entusiasmo le porte dei propri edifici storici e artistici. La Commissione lo ha notato e ciò ha messo ancor più in evidenza il fatto che ci sia una città che cammina insieme, condividendo lo stesso, importante obiettivo”.

    A ribadire l’impegno forte per questa candidatura è, per la Fondazione di Piacenza e Vigevano, il consigliere Alberto Dosi, che si è detto «orgoglioso di aver ricevuto, al termine della nostra sessione, i complimenti di alcuni Commissari per la coralità e la coesione con cui abbiamo presentato il nostro territorio».

    Accanto a lui Andrea D’Amico, project manager dell’Urban Hub, «onorato di aver fatto parte di questa delegazione, perché Piacenza ha dimostrato di poter contare su una squadra strutturata, solida, in cui ciascuno di noi si è sentito in ogni momento parte di qualcosa di unico e più grande».

    Considerazioni su cui concorda Paola Dalladonna, componente della Giunta camerale, cui è spettato il compito di illustrare i dati riguardanti il turismo in ambito locale: «Al di là dei contenuti che ciascuno di noi è stato chiamato ad approfondire, questa esperienza ci ha confermato che la città è pronta a fare questo passo, perché le istituzioni per prime ci credono con convinzione».

    Anche Cristina Ferrari, direttore artistico della Fondazione Teatri, ha sottolineato che «non ci si è soffermati solo sulle iniziative in cantiere per il 2020, ma sul percorso che abbiamo intrapreso per arrivarci. Credo che la Commissione lo abbia percepito, apprezzando il lavoro di squadra in cui anche il nostro teatro, che vive con la città, porta il proprio contributo».

    Fondamentale, a giudizio del sindaco e di tutti i membri della delegazione, «il prezioso lavoro di coordinamento di Paolo Verri, che ringraziamo con Roberto Arditti, Cecilia Bergamaschi e tutti i collaboratori».

    Stessa impressione anche da parte dei dirigenti comunali Taziano Giannessi – che ha confessato di aver provato «la stessa emozione di tanti anni fa per gli esami universitari, ma questa volta con la sicurezza di poter contare su una squadra forte» – e Antonella Gigli, che senza nascondere l’emozione è ritornata a quel bendaggio iniziale dei commissari richiamando la suggestione della città velata, che finalmente si svela. Ed ha fatto suo l’auspicio, ribadito da Paolo Verri, che nel 2020, cinquecentenario della morte di Raffaello, la Madonna Sistina possa anche solo per pochi mesi ritornare a casa. A Piacenza.

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