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    Piacenza: la semi-fiera … fa semi-flop

    “Xe pèso el tacòn del buso” sono a soliti dire nei bacari di Venezia, fra un’ombreta di vino e l’altra.

    Nello specifico di casa nostra il buco è quello causato dall’emergenza Covid che ha convinto l’apposita commissione prefettizia a cancellare l’edizione 2020 della fiera di Sant’Antonino. Non l’ha spuntata neppure l’idea di un allestimento – sempre sul Facsal – con meno banchi, più distanziati fra loro. “Questa fiera non s’ha da fare!” è stata la dura ma inevitabile sentenza. Appresa la ferale notizia … i piacentini hanno impiegato una manciata di secondi e … se ne sono fatti una ragione. Per quanto difficile – hanno pensato – riusciremo a sopravvivere un anno anche senza panino alla porchetta, gomma cancella tutto, colla miracolosa, ricambi del folletto, grattugia multiformato, scopino pulisci termosifoni …

    Qualcuno però non riuscendo a darsi pace ha estratto dal cilindro il “tacon”, ossia la toppa: prolungare il mercato settimanale di sabato mattina fino alle 21,30.

    I primi a dire “no grazie” a questa “semi-fiera” sono stati i banchi di alimentari. «Incaricati del comune – ci ha raccontato un ambulante – sono venuti a chiederci se avremmo prolungato l’orario, su base volontaria. Al di là del fatto che domenica noi abbiamo un altro mercato (e quindi qualche ora di riposo non ci dispiace) … se lo immagina lei restare qui tutto il pomeriggio con questo caldo! Abbiamo i banchi frigoriferi … ma quanta gente pensa che sarebbe venuta a comprare una fetta di gorgonzola alle cinque di pomeriggio?».

    Gli alimentaristi sono chiamati fuori in partenza ma anche tanti altri colleghi hanno declinato l’invito: «Noi partecipiamo sempre alla fiera di Sant’Antonino – ci ha detto il proprietario di un banco di abbigliamento – ma questo mercato prolungato non è né carne né pesce. Abbiamo detto di no e come noi tanti colleghi. E’ un’idea che sinceramente non capisco. Mia zia, con la sua saggezza contadina, avrebbe detto “As pöl mia andè a Ruma e sté a cà”».

    Il risultato è l’effetto macchia di leopardo che si è generato con piazzole vuote (e sporcizia per terra) affiancate a banchi pienamente operativi.

    Fare la fiera … senza fare la fiera, proponendo un mercato che non è un mercato, con negozi aperti e negozi chiusi … è un esperimento che, seppur lodevole, pare all’insegna della poca organizzazione.

     

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