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Recuperare e valorizzare siti di rilevanza storica. Il caso del Forte della Galleana e della Casa del Generale

La Banca di Piacenza, in occasione dei 500 anni di Santa Maria di Campagna, sta lavorando a interventi di recupero e valorizzazione di alcuni luoghi piacentini di rilevanza storica. Tra questi, il Forte del Parco della Galleana e la Casa del Generale. Il progetto è stato presentato stasera nel corso di un incontro (rientrante nel programma di celebrazioni del secolare anniversario della Basilica di Campagna) che si è tenuto alla Biblioteca del Convento con l’intervento di Manrico Bissi, introdotto – dopo il saluto del condirettore generale della Banca Pietro Coppelli – da Roberto Tagliaferri, responsabile dell’Ufficio Economato.

All’interno del Parco della Galleana – ha spiegato l’arch. Bissi – ci sono i resti, ancora strutturalmente integri e visibili, di un Forte costruito nel 1859 dagli Austriaci, che con il Trattato di Vienna assunsero il protettorato del Ducato di Parma e Piacenza. La postazione fortificata della Galleana ad uso dell’artiglieria fu una delle opere costruite per creare una linea difensiva più esterna rispetto alla città. Si trattava di una postazione a pianta poligonale (chiamata “opera a corona”) e doveva presidiare il bivio stradale per le valli del Trebbia e del Nure, dirette verso la Liguria governata dai Savoia. Con l’annessione di Piacenza al Regno d’Italia, il Forte fu completato dall’esercito sabaudo. Nei primi anni del ‘900 il Forte fu adibito a polveriera e intorno ad esso sorsero nuove installazioni militari, opifici e stabilimenti produttivi, che entro gli anni Trenta giunsero ad occupare la quasi totalità dell’attuale Parco. Durante la Seconda guerra mondiale questi edifici divennero altrettanti bersagli dell’aviazione anglo-americana che distrusse gran parte delle installazioni presenti alla Galleana, lasciando tuttavia integre le strutture ottocentesche della fortezza austriaca.

«La fruibilità turistica del sito e di conseguenza la sua stessa conservazione – ha specificato il relatore – è compromessa da evidenti criticità, che si possono riassumere nell’assenza di segnaletica storico-informativa, nella difficoltà di percorrenza dell’anello murario e nella presenza di vegetazione invasiva».

Sempre all’interno del Parco, si trova la cosiddetta “Casa del Generale”, antica struttura agricolo-padronale di proprietà della famiglia Scotti-Douglas e già documentata nel catasto napoleonico. L’obiettivo del progetto è quello di creare un percorso di visita che comprenda sia il Forte, sia Casa Scotti. Un percorso che è stato illustrato dallo stesso arch. Bissi: «L’itinerario, puntualmente segnalato da cartelli turistici, prenderà avvio dalla confluenza tra i due viali interni al Parco, in prossimità dei principali servizi pubblici (bocciofila, bagni, baita). In questo punto sarà collocato il primo pannello descrittivo, anche, del progetto di valorizzazione promosso dalla Banca di Piacenza, che prevede la fattiva collaborazione del Comune che dovrebbe concretizzarsi nelle attività di gestione/manutenzione del verde, nella messa in sicurezza del percorso stesso, provvedendo, ad esempio, alla rimozione dei laterizi pericolanti, eseguendo il taglio delle piante ormai prossime alla caduta e disponendo una nuova e più solida recinzione che impedisca il libero accesso ai ruderi della Casa del Generale».

All’arch. Bissi è stata consegnata dal dott. Coppelli, in ricordo della serata, la medaglia della Banca.

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