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    Rifiuti urbani: crescita costante a Piacenza

    E’ degli ultimi spiccioli di 2017 “Dati ambientali 2016, la qualità dell’ambiente in Emilia Romagna”, rapporto dell’Arpae che ricorre all’abbondante ricorso di strumenti innovativi di informazione ambientale, quali le infografiche, cosicchè da farne un utile supporto all’ulteriore crescita della consapevolezza e conoscenza dell’ambiente in cui viviamo. Particolarmente interessanti valori relativi ai rifiuti urbani prodotti in Regione per abitante dal 2001. In 15 anni si può vedere come la media sia passata da 620 kg in un anno a oltre 660. Quasi tutte le Province analizzate segnano un picco nel 2010, per poi scendere.

    Piacenza è passata dai 560 kg circa/abitante nel 2001, che ci metteva bel al di sotto della media prodotta in regione di circa 100 kg, fino al 2016, che ci vede oltre la media, attestandoci a 675 kg circa. Curioso il caso di Parma e Bologna, che pur avendo un numero decisamente più consistente di abitanti producono meno rifiuti, tra i 575 e i 580 kg per abitante nel 2016.

    La produzione totale di rifiuti urbani in Emilia-Romagna nel 2016 è stata pari a 2.969.293 tonnellate, in linea con i valori registrati nel 2015. La produzione pro capite è passata da 665 kg/ab. nel 2015 a 666 kg/ab. nel 2016. Su scala provinciale, la produzione pro capite registra un trend positivo in tutte le province, eccetto il lieve calo di Reggio
    Emilia e Ravenna. Le differenze dei valori tra le varie province sono legate a un insieme di fattori, i più significativi dei quali sono: i criteri di assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani, le presenze turistiche, le componenti territoriali e socio-economiche prevalenti nel territorio di riferimento.

    Ciò che ci differenzia rispetto alle altre Province è la produzione di rifiuti speciali, decisamente sotto la media rispetto a tutte tranne Rimini. Modena, Ravenna e Bologna, territori dove è presente il maggior numero delle attività produttive della
    regione.

    RACCOLTA DIFFERENZIATA

    Trend decisamente positivo per quanto concerne la raccolta differenziata, che è passata da una media regionale del 25% del 2001, a oltre il 60%. Un dato frutto comunque di una certa disomogeneità: Parma, Reggio Emilia, Modena, Piacenza, Ferrara e Rimini), altre (Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna) si attestano su percentuali inferiori. A Ravenna nel 2016 la diminuzione dei quantitativi di rifiuti raccolti in modo differenziato è imputabile alla diminuzione dei rifiuti speciali assimilati agli urbani.

    Il report completo QUI

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