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    Rinnovato il contratto per i dipendenti dei cementifici

    Filca Cisl, con Fillea Cgil e Feneal Uil, ha sottoscritto il nuovo contratto del Cemento per gli 8.500 addetti del cemento, della calce,e del gesso.
    Per i lavoratori, nella nostra provincia concentrati presso Buzzi Unicem e Cementirossi e in altri stabilimenti di minori dimensioni, la parte economica equivale a 90€ di aumento in 3 tranche a partire da ottobre 2019. Aumenti certi che valgono il 16% in più dell’inflazione programmata dall’Istat.

    “Questo contratto farà da apripista per tutti gli altri contratti del settore, annuncia Marco Boveri, segretario Filca Cisl Parma Piacenza, che ha partecipato alla delegazione sindacale, perciò era atteso da tutto il settore delle costruzioni. Gli incrementi economici confermano, ancora una volta, che il sindacato è capace di portare a buon fine la rivendicazione salariale, contro chi vorrebbe tenere sotto la pressa del salario minimo i lavoratori”.

    Quasi sono gli aspetti più innovativi?

    “Ci sono varie novità interessanti; per esempio, in tema di pari opportunità, entra nei dettagli Boveri, le parti sociali hanno voluto agevolare madri e padri nella condivisione del lavoro di cura dei figli con l’aumento fino al 70% dell’astensione facoltativa per i lavoratori padri”.

    Per chi è giovane è importante la famiglia ma anche pianificare per tempo il proprio futuro pensionistico: a volte c’è il timore di esporsi su entrambi i fronti. Anche a causa di un posto di lavoro poco stabile.

    “Ce ne rendiamo conto, risponde Boveri, per questo ci sono novità in materia di previdenza complementare: come l’aumento del 0,30 % del contributo a carico azienda per i lavoratori già iscritti alla previdenza complementare contrattuale. Iscrizione di tutti i lavoratori non ancora iscritti con un contributo di 5 € a carico azienda”.

    E per il contrasto alla precarietà ci sono dettagli nuovi significativi?
    “Abbiamo puntato sul miglioramento della normativa vigente sui tempi determinati, con la clausola che prevede l’obbligatorietà di stabilizzazione del 50% dei contratti a termine con una percentuale massima complessiva di utilizzo del 20%, in modo rendere il posto di lavoro un buon posto, conclude Boveri, cioè più spesso a tempo indeterminato”.

    La parola adesso passa ai lavoratori delle fabbriche a cui spetta in assemblea il compito di approvare o meno l’accordo, sancendone la validità.

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