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Scelte di investimento: meglio affidarsi agli intermediari classici per prevenire frodi

Presentato al PalabancaEventi il volume “Zibaldone di pensieri economici, finanziari e assicurativi” scritto dal professor Claudio Cacciamani, docente dell’Università di Parma

Sono stati innumerevoli gli spunti offerti da Claudio Cacciamani in tema di scelte consapevoli sul risparmio e sulle decisioni di investimento per “cercare di vivere tutti meglio con quello che abbiamo”, come si trova scritto sul pamphlet (“Zibaldone di pensieri economici, finanziari e assicurativi”, edizioni Giappichelli) realizzato dal docente di Economia degli intermediari finanziari presso il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Parma e presentato al PalabancaEventi di via Mazzini per iniziativa della Banca di Piacenza. Il volume raccoglie articoli “didascalici” (dall’autore definiti “didascalie sparse”) pubblicati dal 2017 al 2024 come pezzi di fondo dell’inserto economico del lunedì della Gazzetta di Parma.

Il prof. Cacciamani ha fatto notare come in campo finanziario «molti fenomeni sfuggono alla vigilanza o non sono regolamentati», come nel caso in cui alla cassa del supermercato ti viene chiesto se vuoi lasciare il resto per un piano di accumulo («è regolamentata quella roba lì?», si è chiesto il relatore) e consigliato agli intermediari di dare «poche informazioni e serie» usando «parole semplici ma efficaci». L’autore ha quindi fatto cenno agli investimenti alternativi («cose allucinanti») che hanno fatto la loro comparsa appena prima e subito dopo il Covid, «fenomeni che rischiano di provocare serie disuguaglianze».

Nella finanza, nelle banche e nelle assicurazioni «non esiste un modello imprenditoriale a cui ispirarsi perché – ha spiegato il prof. Cacciamani – ci sono istituti di piccole dimensioni che vanno bene, grandi banche che se la passano male e viceversa». E nel dibattito sulle concentrazioni bancarie «sentiamo spesso i manager di importanti gruppi dire che l’obiettivo è creare valore per gli azionisti. E il cliente?».

Il docente ha espresso perplessità sui sempre maggiori obblighi informativi e sulla eccessiva standardizzazione dell’informativa. Dubbi anche sull’intelligenza artificiale: «Può essere usata per discriminare a monte la clientela; esiste un tema etico; la vigilanza bancaria si sta già interrogando in merito».

«L’accesso a transazioni sicure e decentralizzate – ha concluso il prof. Cacciamani – fornisce una base solida per prevenire le frodi, per garantire una maggiore governance, per avere dati e reportistiche migliori. Gli intermediari finanziari e bancari possono avere notifiche aggiornate e accurate in relazione ai cambiamenti. Ciò permette loro di migliorare la gestione del rischio e massimizzare le opportunità di capitali e fondi». Ultimo consiglio: «Investire in competenze, perché è su quelle che si gioca il futuro».

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