Il provvedimento di sospensione dei prelievi idrici ai torrenti Nure e Chiavenna, e da tutti i loro effluenti non è certo arrivato inatteso. Con provvedimento dirigenziale del 29 luglio Arpae ha disposto il divieto a partire dal giorno successivo degli attingimenti ai fini irrigui per il rispetto de Deflusso Minimo Vitale. “Il Covid non ci ha insegnato nulla – tuona Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza – non siamo né migliori né più attenti alla natura. Come tutti gli anni torniamo a dover combattere con le amministrazioni perché il problema dell’acqua in Val Nure non lo si vuol risolvere. In seguito ai cambiamenti climatici l’uomo ha sempre cercato di adattarsi, da decenni chiediamo di stoccare l’acqua quando c’è. Indipendentemente dalla diga, che resta una nostra richiesta, nella realtà dei fatti non si fa nulla e si lascia che gli agricoltori continuino a subire danni per l’inedia di chi dovrebbe amministrare un territorio. Non è valso a nulla neppure certificare (e rammarica che ci sia voluta una pandemia per accorgersene) il valore primario dell’agricoltura e il suo inderogabile fine di produrre cibo. Così come gestito, il Dmv non persegue neanche lo scopo, per il quale è stato pensato, di tutela della biodiversità e della fauna: flora e fauna che interagiscono con il lavoro costante e simbiotico degli agricoltori”. L’obbligata e improvvisa chiusura dei canali di irrigazione nel territorio di Vigolzone ha causato danni ai campi dato che gli agricoltori hanno dovuto sospendere le irrigazioni ai prodotti orticoli come fagioli e ai secondi prodotti appena seminati. Qui sopravvive solo chi ha la possibilità di costruire un pozzo, chi dipende dai canali di irrigazione non ha tregua. Non secondariamente, la chiusura da un giorno all’altro delle derivazioni dal Nure ha procurato anche gravi disequilibri all’ecosistema ambientale consolidato dei canali storici che nei secoli sono divenuti ‘ambiente’ con la loro flora e fauna. “Da tanti troppi anni siamo costretti a registrare i danni derivanti dalla mancanza d’acqua in Val Nure – commenta Gasparini – e non è certo questo un modo razionale di gestire la risorsa idrica. Sappiamo che l’acqua è essenziale per la produzione di cibo, ma riscontriamo ancora preconcetti ideologici contro l’agricoltura, nonostante ciò che abbiamo vissuto nei mesi passati. Chiediamo, una volta per tutte, che vengano modificati i criteri di calcolo del DMV e che si pensi a modalità efficaci per stoccare l’acqua quando c’è, perché come attestano le torrenziali piogge dei giorni immediatamente successivi al divieto, nelle nostre valli i fiumi hanno carattere torrentizio e si gonfiano con intense piogge a cui seguono periodi siccitosi. Non intervenire sullo stato delle cose oggi significa avere l’atteggiamento dello stolto che danneggia sé stesso pur di danneggiare il prossimo”.
Per far fare il punto dettagliato sulla situazione Confagricoltura Piacenza incontrerà oggi stesso i rappresentanti dei rivi della Val Nure.