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    Transgender “discriminati” o semplici “portoghesi”?

    La notizia, ieri, era rimbalzata su parecchi giornali online ed anche sui social a partire da Facebook dove era stato dato grande risalto alla storia di due transgender piacentini. I due giovani avevano dichiarato di essere stati discriminati e insultati da un autista a bordo di un autobus della line extraurbana di Seta in servizio tra Perino e Piacenza.
    Una storia resa nota dalla legale della coppia, l’avvocato bolognese Cathy La Torre, che aveva annunciato azioni legali contro l’autista e l’azienda dei bus.
    Oggi però è emerso un aspetto che, pur non giustificando in alcun modo eventuali offese nei loro confronti, quantomeno getta una luce diversa sull’episodio. I due transessuali negli ultimi mesi hanno infatti collezionato – proprio sulla tratta Piacenza Perino – parecchie multe, tutte per non aver presentato un valido titolo di viaggio, abbonamento o biglietto che fosse. Per l’esattezza le sanzioni sono state venti, metà delle quali dallo scorso gennaio ad oggi.
    La copia ha ammesso la circostanza ma si è giustificata dicendo che a causare le sanzioni sarebbe proprio stata la discrepanza fra il loro aspetto fisico e quello riportato sui documenti, tanto che spesso fanno acquistare le tessere bus dalla madre.

    La circostanza delle sanzioni è emersa dalla stessa Seta secondo cui “effettivamente le due persone in questione sono recidive”.
    L’azienda ha anche sottolineato che “la versione fornita dai giovani, a nostro giudizio, non sta in piedi tanto più se confrontata con quella dell’autista”.
    Seta sostiene che nessun controllore sarebbe salito sul bus ma che sarebbe stato lo stesso autista a chiedere di verificare i biglietti.
    Non potendo però chiedere i documenti – non essendo un pubblico ufficiale – l’uomo avrebbe chiesto l’intervento dei carabinieri.
    Secondo Seta l’autista avrebbe “smentito di aver inveito contro i giovani e si è limitato a non proseguire la corsa perché uno dei due presentava l’abbonamento scaduto. Non potendo chiedere i documenti si è rivolto alle autorità competenti”.
    Purtroppo i bus extraurbani non sono dotati di telecamere come quelli urbani e quindi – ha precisato l’azienda di trasporto pubblico – dobbiamo affidarci alla versione delle parti in causa e dei passeggeri presenti”.
    Proprio attraverso le loro testimonianze si potrà capire se vi sia stata davvero una qualche discriminazione nei confronti della coppia o se si sia trattato di una banale storia di “portoghesi”.

    In serata Seta è intervenuta con un comunicato ufficiale che potete leggere qui.

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