L’Istat ha diffuso il 13 dicembre scorso i dati sui conti economici territoriali e sul valore aggiunto delle province italiane nel 2016, anno più recente disponibile. L’analisi soprattutto del valore aggiunto è particolarmente interessante perché consente di misurare quanto prodotto effettivamente dalle imprese del sistema produttivo locale, a differenza ad esempio del reddito disponibile che, essendo riferito ai residenti, può essere realizzato anche al di fuori dei confini provinciali.
La provincia di Piacenza, con i suoi 28.100 euro procapite, 3.100 in più rispetto ai 25.000 della media italiana, si colloca al 24° posto della graduatoria nazionale, risultando di fatto inserita nel contesto territoriale del nostro paese (quello settentrionale e del Nord-Est in particolare – come ben evidenzia la mappa qui sotto) dove si osservano i maggiori livelli di valore aggiunto per abitante derivante dalla produzione di beni e servizi.
Il posizionamento piacentino è migliore di quello delle province lombarde confinanti di Cremona (32^), Lodi (51^) e Pavia (65^), ma è peggiore rispetto a quello delle province emiliane di Bologna, Modena, Parma e Reggio Emilia, che risultano ai vertici (tra le prime dieci) della graduatoria nazionale, e che ottengono questo risultato in virtù anche del dato sul valore aggiunto manifatturiero.
Mentre a Piacenza infatti il valore aggiunto per abitante dell’industria è di circa 7mila euro, questo arriva a 10mila a Parma e a Reggio Emilia, e a 12mila a Modena. Così se da noi – sempre rispetto ai valori procapite – l’incidenza del settore industriale è attorno al 25% sul totale, tra i cugini emiliani la quota sale e risulta compresa tra il 30 e il 35 percento circa.