Il 24 agosto nella splendida cornice di Parco Raggio di Pontenure si potrà assistere alla première italiana del film All These Creatures, Palma d’Oro a Cannes per il miglior corto, diretto da Charles Williams, un evento importante che sottolinea, se ce ne fosse bisogno, la vocazione internazionale di Concorto. Abbiamo voluto sentire direttamente Williams per parlare di Cannes, del corto e del suo modo di concepire la narrazione. Un ringraziamento speciale a Simone Bardoni e Claudia Praolini per la collaborazione.
1.Prima di tutto, complimenti per la tua vittoria al Festival di Cannes. Te lo aspettavi?
Grazie per i complimenti. No, non mi aspettavo di vincere. Penso che sia meglio provare a non anticipare questo tipo di cose, se possibile.
2.Puoi dirci qualcosa riguardo i tuoi inizi? Com’è cominciata la tua carriera?
Sono ossessionato dai film sin dall’infanzia, e ho iniziato a creare i miei cortometraggi sulle VHS quando avevo circa 13 anni. Ho sempre avuto il desiderio di studiare cinema, ma non me lo potevo permettere ed ero anche impaziente di iniziare a fare film. Cosi, a 19 anni, ho usato i miei risparmi per fare un corto più professionale. Questo film ha vinto dei premi e mi ha dato abbastanza attenzione da poter continuare a farne altri, anche se lentamente.
3. Qual è la trama del corto? C’è dentro qualcosa di autobiografico?
Il film parla di una persona che prova a risolvere i ricordi del padre, che era instabile e difficile da capire. Prova a capire se il padre era una persona cattiva o se forse una persona mentalmente instabile. Prova anche a capire che tipo di persona sarebbe diventato e quanto controllo abbiamo su ciò.
Ci sono molti elementi autobiografici a riguardo. Sono pensieri e sensazioni che mi hanno consumato quando ero piccolo, e ancora oggi, anche se ora da un’altra prospettiva. Quanta colpa diamo a una persona per le loro azioni? Possiamo compatirla, se non riusciamo a perdonarla? E possiamo compatirci noi stessi?
4. In questi anni ti sei focalizzato sulla narrazione breve, perchè? Sei interessato in futuro a una produzione riguardante una narrazione più lunga?
Penso che i cortometraggi siano un mezzo fantastico per preparare un regista a fare un film, e per aiutarlo a provare le sue idee e modi di lavorare che può usare su film più importanti. Sono molto interessato ai film, infatti al momento ne sto sviluppando due.
5. Quali sono le differenze tra narrazione lunga e breve?
È incredibilmente difficile far bene un cortometraggio, per molte ragioni. Forse il motivo principale è che tutti lavorano insieme per un brevissimo periodo di tempo, e quando tutti sono sulla stessa lunghezza d’onda, il lavoro è finito. Quando si fa un film, c’é più tempo per unirsi e per trovare modi di lavorare insieme, ma ovviamente ci sono anche delle sfide più grandi. Tutti e due possono essere finanziariamente difficili.
6. Quali sono le tue ispirazioni?
A dire il vero non sono sicuro, ma per la maggior parte i film, e sicuramente anche la musica e la scrivere. Molto spesso ci sono cose che accadono nella mia vita che diventano fonte di inspirazione – i miei sentimenti, pensieri e la mia esperienza. Può essere qualsiasi cosa che porta inspirazione, ma perché succede… nessuno lo sa.
7. Hai già idee per i tuoi prossimi lavori?
Si, ci sto lavorando proprio adesso. Il film è ambientato in Australia ed è ambientato in una prigione, anche se i temi e il tono sono molto simili a quelli del corto – che è una veduta più interna e poetica.
8. Sei un filmmaker e produttore. Come ti trovi in questo secondo ruolo?
E’ per necessità. Fino ad oggi ho dovuto produrre i miei film, anche per mantenere il controllo da regista. Non sono sicuro se continuerò così. Sarebbe fantastico trovare i partners giusti – fare il regista è già abbastanza difficile!
9. Come hai scelto lo staff per All These Creatures?
Il casting per il film gira attorno dal personaggio principale, che ha 12 anni. Sapevo di aver bisogno di molte qualità innate e complesse, e sapevo di volere una persona giovane. Ho deciso di lasciare gli aspetti fisici del ruolo aperti, e essenzialmente scegliere senza avere in mente una razza o un sesso specifici. Sapevo di poter riscrivere il film a seconda di chi aveva l’anima giusta.
Quando ho trovato Yared Scott, che è di discendenza etiope e australiano, ho riscritto il copione per riflettere ciò, e ho assunto quattro consulenti etiope-australiani locali per fare in modo che il film fosse accurato e sensibile alla loro cultura. Poi ho trovato gli altri ruoli, che abbiamo trovato tramite un mix di agenti di casting, amici e alcuni che ho trovato nei dintorni in strada e scuole. I ragazzi che fanno la parte degli amici del protagonista, li ho trovati mentre stavano litigando per strada e ho dato loro subito la parte. Spesso cerchi l’energia giusta e le qualità innate più della fisicità o dell’esperienza.
10. Quale messaggio vuoi lanciare al pubblico del Concorto Film Festival?
Sono molto lieto di fare la premiere italiana de film a Concorto. Anch’io sono di discendenza italiana e la mia compositrice è di Torino. L’unico messaggio che ho da dare è, spegnete i telefoni e immergetevi.