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    Andrea Gabbiani, M5S: Sconfitta pesante, ma il mio futuro è nel Movimento

    Si conclude con un appello al voto il prossimo 25 giugno l’esperienza politica di Andrea Gabbiani tra i banchi del consiglio comunale. “Grillino della prima ora” come ama definirsi, resterà – per ora – dietro le quinte, a disposizione dei due nuovi consiglieri eletti – il candidato sindaco Andrea Pugni e Sergio Dagnino – per risollevare un Movimento a cui è mancato il salto di qualità nel momento più importante, complici le divisioni interne e il non brillante andamento dei 5 Stelle a livello nazionale.

    L’analisi del risultato elettorale è già stata fatta e senza mezzi termini dal candidato sindaco Andrea Pugni che si è assunto piena responsabilità della sconfitta. Cosa ha pesato di più: le divisioni interne che si sono protratte ben oltre la scelta del candidato o un budget per la comunicazione elettorale largamente inferiore rispetto a quello dei principali competitors?

    Ha pesato un insieme dei fattori. Vero che la politica oggi mette davanti la comunicazione al contenuto. Ha pesato la presenza di “tifosi interni” che hanno remato contro a Piacenza, cosi come l’andamento nazionale che necessariamente incide su un movimento senza un’importante tradizione a livello locale. Non essendo così radicati a livello locale, quello che accade in Italia, immediatamente si riflette sul nostro operato. Senza contare poi la scelta di aver premiato candidati giovani e la nostra volontà di cambiamento, che non sempre è ben accetta.

    Prima di questa tornata di amministrative il M5S a livello nazionale si confermava primo partito tra gli under 45 con il 40% di preferenze. Sarà l’attenzione ai giovani il futuro del movimento e, retrospettivamente, a livello locale si poteva fare di più in campagna elettorale per incentivare al voto questo target?

    Quando si fa un programma politico bisogna avere una visione d’insieme della città e non solo di un target specifico. Però il nostro programma è stato poco capito, forse perché gli elettori hanno guardato più alla persona che non al contenuto del programma stesso. Eravamo gli unici a voler rivedere completamente il Piano Regolatore così come un’altra serie di fattori. Constato come, a livello di comunicazione, gli altri abbiano spesso seguito la nostra linea (ad esempio sull’ospedale), risultando però più incisivi. Parliamo di bene comune, rivolgendoci alla cittadinanza tutta. Perciò siamo contrari in linea di principio ad un’idea di politica settoriale, che vada a cercare elettori per temi specifici, come ha fatto il centrodestra sulla sicurezza o la sinistra sul sociale. Noi non facciamo queste distinzioni e se le facessimo saremmo rovinati.

    Cosa testimonia invece il successo di Pizzarotti nella vicina Parma?

    Che i cittadini apprezzano il lavoro di un buon amministratore e se lavora bene lo riconfermano. Lui è stato messo nelle condizioni di lasciare il Movimento, poi che abbia ragione o meno, non ho le basi per dirlo. Brutto vedere che a Parma e Comacchio due ex sindaci 5 Stelle abbiano fatto un grande risultato. Sarà per noi motivo di riflessione, anche a livello nazionale.

    Tra le recenti esternazioni del sindaco Raggi sui campi rom e la dura presa di posizione di Grillo contro lo ius soli, si può parlare di svolta a destra del movimento o sono i sintomi di un partito ancora a caccia della propria identità?

    Bella domanda. Sul tema immigrazione, il movimento non si è mai espresso ufficialmente. Quella dei profughi è un’esperienza a cui l’Italia sta cercando di sopperire con tutto il cuore, ma la verità è che anche a Piacenza si fa a fatica a gestire grandi numeri, soprattutto in presenza di comuni che non fanno il loro. Il comune di Piacenza è in questo caso un esempio molto virtuoso, fa il suo dovere, con un assessore (Stefano Cugini, n.d.r.) che quando si è trovato in difficoltà nella gestione ha saputo prendere posizione in modo molto netto. Dobbiamo fare un discorso complessivo a livello europeo. Così come per quanto riguarda lo ius soli. Servirebbe una legislazione comune a livello europeo che tratti i criteri di accesso alla cittadinanza europea, non singoli stati che decidano sul tema in modo indipendente. Queste sono le basi di una grande confederazione di stati europei. La politica nazionale, nel frattempo invece, sta diventando sempre più teatrino di battibecchi, mentre i grandi temi concreti non vengono affrontati. La politica deve tornare a parlare di lavoro, di riforme, di lotta alle ingiustizie. Questo chiedono i cittadini. Quindi meno polemiche, più temi concreti. Questa è politica, il resto è aria fritta.

     Come si augura possa finire il ballottaggio del 25 giugno e chi crede premieranno in maniera maggiore gli elettori dei 5 Stelle?

     Andrò a votare e invito tutti cittadini a fare altrettanto. Non so chi vincerà e auguro un in bocca al lupo ad entrambi i candidati. Vorrei che si uscisse dal meccanismo della paura reciproca e delle reciproche accuse di fascismo da una parte e comunismo dall’altra. Mi auguro che il cittadino si prenda la responsabilità di eleggere il nuovo sindaco leggendo i programmi. Il primo cittadino avrà un’idea di città che non andrà presa sotto gamba e mi auguro che i cittadini riusciranno a prendersi del tempo per leggere i programmi prima di andare al voto. I nostri consiglieri, all’opposizione, dovranno al contempo studiare tanto, discutere e trovare collaborazioni per poter attuare i punti del nostro programma.

    Difficile fare una previsione su come si muoveranno i nostri elettori, anche per una questione di fair play politico. Che vinca la destra o la sinistra non mi interessa particolarmente. Mi interessa di più l’idea di governo che uscirà vincente. Per questo spero che non verranno disertate le urne.

     Cosa riserva il futuro per l’Andrea Gabbiani politico?

     Non nascondo che rimarrò nell’ambito politico a dare una mano al gruppo. Lo farò – per ora – da dietro le quinte, mettendomi a disposizione quando sarà necessario. In questi anni si è millantato spesso un mio spostamento verso differenti aree politiche, ma io sono da dieci anni attivista del movimento e da 5 consigliere. Sono un grillino della prima ora e fiero di esserlo. Non passerei mai da un’altra parte.

    Pier Paolo Tassi

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