Rielaborare un luogo – rispettarne il contenuto – integrarlo.
Domenica pomeriggio, in Vicolo del Guazzo, un nutrito gruppo di giovani piacentini ha partecipato all’Aperitivo in Officina, evento organizzato all’interno dell’ Ex Officina dei tram dai ragazzi dell’associazione culturale Propaganda 1984 (ancora con i capelli bagnati dal Bleech Festival, ndr), in collaborazione con la Galleria Il Lepre che all’interno del medesimo luogo ha allestito la mostra di arte contemporanea Territoria – Arte e archeologia industriale.
Ciò che determina il successo di eventi come questo è l’assoluto rispetto del contenuto di uno spazio nel momento stesso della sua rielaborazione: vivere un luogo culturalmente significa accettare e rievocare la memoria che esso contiene, pur cambiando la destinazione della sua fruizione. Ed è così che la vecchia e semi-dimenticata officina diventa, oltre che uno spazio aggregativo domenicale, un veicolo attraverso cui restituire dignità alla sua memoria storica.
Sia ben chiaro che questa tipologia di eventi dovrebbe essere considerata punto focale nello sviluppo culturale della città: incentivare l’interesse per una subcultura fruita (finalmente!) in modo diverso da come si è soliti fare, ovvero in modo libero e indipendente, sarebbe un grande passo in avanti per frenare Piacenza nella sua deriva, altrimenti incontrollata, in non luogo.
Ma fino a ora, come disse Marc Augé, “Ingannevoli o promettenti, le luci della città brillano ancora.”
(Foto per gentile concessione di B.Boselli)