«Le sentenze si rispettano. Siamo abituati così».
E’ stato secco il primo commento del presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini a poche ore dalla sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna che ha annullato l’ordinanza regionale di rinvio al prossimo 25 gennaio del ritorno alle lezioni in presenza al 50%.
Dai toni e dalle parole di Bonaccini traspare però forte fastidio per la decisione dei giudici che irrompe nel già difficile scenario pandemico e che ha costretto ad un rapido cambio di piani.
Bonaccini: “Siamo preoccupati dei messaggi confusi che vengono lanciati da queste sentenze”
«Al netto del pronunciamento del Tar, che rispetto, – ha detto – c’è un problema epidemiologico non orgnizzativo. Io non prevedevo che il Tar avrebbe annullato quello che era per noi un provvedimento sanitario (preso da tutti i presidenti delle Regioni in zona arancione e da gran parte di quelli in zona gialla) assunto per salvare la vita delle persone, soprattutto di fronte al peggioramento sia del quadro nazionale, sia di quello regionale».
v. I numeri peraltro danno ragione a noi. C’è una preoccupazione confermata dai dati che vedono numerose Regioni che in queste ore passano al rosso ed all’arancione. Il nuovo Rt regionale settimanale oggi è di 1,15 rispetto a 1,05 della settimana scorsa. Siamo preoccupati dei messaggi confusi che vengono lanciati da queste sentenze. Da noi il TAR impone di riaprire, in Sicilia invece il TAR da ragione alla regione e le scuole restano chiuse. Intanto in Lombardia il Tar impone la riapertura. Peccato però che proprio la Lombardia, in virtù dei dati, finisca in zona rossa e dunque, in base ai decreti (e non alle ordinanze ndr) le scuole vengano chiuse e non solo le superiori. Una sentenza è diversa dall’altra. I cittadini fanno fatica a comprendere ed anche io. Con tutto il rispetto per le decisioni dei giudici, il rischio è anche nel messaggio ai cittadini. La preoccupazione è che TAR di regioni differenti si esprimano in modo contrapposto».
Il presidente Bonaccini ha poi lanciato un forte segnale diretto al Governo «Come si fa ad assegnare le aperture e chiusure delle scuole a singole ordinanze ed a singole sentenze. Tocca al Governo dirimere la questione».
Il presidente dell’Emilia Romagna (che riveste anche il ruolo di presidente della Conferenza delle Regioni) ha voluto sottolineare come la nostra regione non abbia «alcun problema dal punto di vista organizzativo. Abbiamo messo in campo oltre 550 bus aggiuntivi rispetto a quelli del periodo pre-pandemico, con un investimento di 23 milioni euro (350 già in strada a settembre ed altri 200 ora). Avevamo lavorato per tempo, assieme a Comuni e Province, Ufficio scolastico regionale, sindacati, Aziende di trasporto pubblico locale e Prefetture, per mettere a punto un piano regionale condiviso, basato sul potenziamento dei trasporti e orari d’ingresso scaglionati lì dove serva, d’intesa con le scuole e le comunità locali. Quel piano c’era e c’è, quindi non abbiamo nulla da improvvisare».
«La nostra regione è stata la prima ad avviare campagna con test sierologici e test rapidi aperta al personale scolastico ed universitario, agli studenti ma anche alle loro famiglie.La regione è pronta come lo era già dal 7 gennaio, quando però l’andamento epidemiologico aveva spinto la Giunta a rinviare l’avvio della didattica in aula nelle scuole secondarie di secondo grado, garantendo comunque la regolare ripartenza per materne, elementari e medie».
Per cercare di rendere questa riapertura “forzata” meno problematica è stato anzi deciso di estendere i tamponi rapidi in farmacia che si potranno ora effettuare una volta ogni 15 giorni e non più una volta al mese come in precedenza.
“Ho chiesto che il personale della scuola sia vaccinato il prima possibile”
Bonaccini ha reso noto di aver chiesto al Governo che insegnanti e personale delle scuole vengano incluse il prima possibile nella campagna di vaccinazione anti-Covid.
Subito dopo aver appreso la notizia della sentenza il presidente ha convocato una teleconferenza con i sindaci dei capoluoghi di provincia per concordare una linea d’azione comune ed molti sindaci gli hanno espresso preoccupzione per questa decisione dei giudici e per l’apertura delle superiori in un momento che resta delicato sotto il profilo sanitario.
«Resta il dovere della prudenza – ha detto. – Si rischia una pandemia fuori controllo. Per questo è importante che tutti rispettiamo le regole».
Infine, da parte del presidente e degli assessori è stata espressa l’assoluta condivisione per la preoccupazione di famiglie e studenti: «Comprendiamo benissimo le loro ragioni e l’ultima cosa che vogliamo in questo momento così drammatico- ha concluso Bonaccini – è che la scuola diventi un campo di battaglia e di scontro. Per primi ci siamo battuti per la riapertura delle scuole al termine del lockdown e l’Emilia-Romagna fu la Regione che definì per prima le linee guida, poi adottate dal Governo per farle ripartire in sicurezza in tutto il Paese. Riportare ragazze e ragazzi in aula è un obiettivo comune, di tutti noi, e per questo continueremo a batterci fino all’ultimo».
Tagliaferri (Fdi): il Tar boccia Bonaccini, adesso la Regione che fa?
Sull’argomento c’è da registrarere l’intervento di Giancarlo Tagliaferri consigliere regionale di Fratelli d’Italia. “Il Tar ha bocciato Stefano Bonaccini e la sua idea di tenere le scuole chiuse all’infinito perché la Regione non è capace di gestire il trasporto pubblico. E adesso la Regione cosa fa? Siamo pronti a riaprire in sicurezza le aule e a garantire la sicurezza sui bus? E’ da luglio che chiediamo spiegazioni alla Giunta, ma solo silenzio. Ora servono fatti”.