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    Coldiretti si mobilita contro la burocrazia ed i ritardi della Regione

    Oltre 200 nuove aziende di giovani imprenditori rimaste prive di fondi per gli investimenti, una malaburocrazia che ruba agli agricoltori 100 giorni all’anno dell’attività in azienda, 300mila animali e 5.000 allevamenti in meno in 10 anni. Coldiretti Emilia Romagna si mobilita contro il ritardo della Regione nel portare a compimento interventi fondamentali per la competitività dell’agricoltura regionale. Il consiglio direttivo dell’organizzazione, guidato dal presidente regionale di Coldiretti, Nicola Bertinelli che lunedì 4 febbraio incontrerà il presidente della Regione Stefano Bonaccini, è pronto a chiamare a raccolta gli associati per denunciare ritardi e inadempienze delle istituzioni regionali su interventi e normative che stanno zavorrando uno dei settori fiore all’occhiello della nostra economia in termini di occupazione e di produzione di ricchezza. Non sono stati mantenuti – afferma Coldiretti Emilia Romagna – gli impegni assunti dalla Regione nei nostri confronti per valorizzare l’agricoltura regionale.

    Sul fronte delle imprese giovanili – denuncia Coldiretti Emilia Romagna – l’agricoltura emiliano romagnola è l’unico settore con segno positivo in termini di occupazione e di nuove aziende (+3,2% a settembre 2018 rispetto all’anno precedente), ma mancano 15 milioni nei bandi del Piano di Sviluppo rurale per sostenere gli investimenti delle aziende che costituiscono il futuro dell’agricoltura. Nel settore degli allevamenti, che contribuiscono a formare la metà dei 4,5 miliardi di Produzione lorda vendibile regionale, la Regione, un tempo all’avanguardia, oggi si limita al trasferimento di fondi nazionali ed europei – afferma Coldiretti Emilia Romagna – mentre occorre che, tramite il sistema sano ed efficiente dell’Associazione regionale Allevatori, la stessa Regione intervenga con risorse proprie sul fronte dell’assistenza tecnica, del miglioramento genetico, della sperimentazione e divulgazione, fondamentali per restare competitivi. Ad aggravare la situazione degli allevamenti è la mancanza di 18 milioni di euro per finanziare progetti di filiera di primaria importanza per l’economia dell’Emilia Romagna in comparti chiave come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il latte di alta qualità. Ritardi anche sul fronte creditizio dove Coldiretti denuncia il continuo procrastinare dell’approvazione in Assemblea regionale del progetto di legge per la riforma della Legge regionale 43/97 che consentirà l’accesso ai finanziamenti anche a strutture specializzate nel settore agricolo e agroalimentare come Creditagri Italia. Dopo l’approvazione in Giunta regionale – sottolinea l’organizzazione dei produttori – il progetto è impantanato da quasi un anno in attesa di essere discusso dall’Assemblea.

    Gli interventi promessi e non ancora realizzati – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – sono tanti, dalle aziende vitivinicole non finanziate al problema dei danni da animali selvatici, dall’Istituzione dei distretti rurali e agroalimentari  di qualità (o distretti del cibo) ai progetti della vendita diretta, ma certamente uno dei più gravi e quello sulla semplificazione della burocrazia: assistiamo – denuncia Coldiretti regionale – ad una lentezza defatigante nell’approvazione delle delibere applicative, con continue dichiarazioni di principio che vengono poi nella pratica disattese e che stanno portando la nostra Regione tra i fanalini di coda in Italia per capacità di snellimento delle pratiche. Per evitare che le aziende affondino nelle palude della malaburocrazia – afferma Coldiretti Emilia Romagna – bisogna arrivare alla piena applicazione dell’istituto del silenzio-assenso attraverso i Centri di Assistenza Agricola, prevedendo l’applicazione nei principali settori, compresi i permessi per costruire fabbricati agricoli al servizio delle aziende secondo le e regole della nuova legge urbanistica regionale.

    Occorre – conclude Coldiretti Emilia Romagna – che la Regione dimostri di saper andare oltre le promesse e le dichiarazioni di intento e per dimostrare con i fatti la volontà di investire nel futuro dell’agricoltura eliminando la burocrazia e sostenendo gli investimenti virtuosi.

    “Ricordiamo che tra i progetti di filiera del latte e dei formaggi per i quali non sono previste risorse per il finanziamento– ricorda il presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti – ce ne sono due strategici e importanti per il Grana padano prodotto nel territorio piacentino. Non dimentichiamoci che dietro ai progetti di filiera non c’è solo il territorio ma ci sono anche i giovani che scelgono l’agricoltura e decidono di investire in un settore chiave”.

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