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    Confagricoltura ha festeggiato i suoi primi cento anni di vita

    Confagricoltura Piacenza ha festeggiato i suoi primi 100 anni di vita. L’importante appuntamento è stato celebrato a palazzo Galli, sede storica dell’Associazione presieduta da Filippo Gasparini, e vi hanno preso parte numerose autorità tra cui il prefetto Maurizio Falco, il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri, il presidente della Camera di Commercio Alfredo Parietti e il presidente onorario della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani.

    Tra gli ospiti anche il ministro dei trasporti – associata di Confagricoltura Piacenza – Paola De Micheli e il presidente della Commissione Agricoltura al Senato Gianpaolo Vallardi. Assente giustificata, l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Simona Caselli ha inviato un videomessaggio.

    I lavori dell’assemblea si sono aperti in mattinata con i saluti del presidente “alle donne, tante, e agli uomini che lavorano in associazione e a tutti agli associati che insieme sono il vero valore di Confagricoltura Piacenza”.

    E’ stata poi la volta della presentazione del libro che porta lo stesso nome della giornata celebrativa: “Confagricoltura Piacenza: da cent’anni e tra cent’anni”, frutto della collaborazione tra Daniela Morsia, bibliotecaria ed esperta della storia dell’agricoltura ed Elena Gherardi, giornalista e responsabile della comunicazione di Confagricoltura Piacenza. Nel pomeriggio il ricco programma è proseguito con la relazione del presidente Filippo Gasparini, l’intervento del ministro De Micheli e la lectio magistralis del professor Renato Cristin, filosofo e docente dell’Università di Trieste.

    La tavola rotonda che è seguita ha visto, infine, dialogare tutti gli ex presidenti dell’associazione sulla storia e le prospettive dell’agricoltura incalzati dalle domande di Paola Romanini, vicecaporedattore di Libertà.

    Le conclusioni sono state affidate al presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Gasparini ha citato Dante, precisamente i celebri versi di Ulisse nel 26esimo canto dell’Inferno che invita i compagni a seguire ‘virtute e canoscenza’ e ha chiesto di cambiare la parola ‘sostenibilità’ con la parola ‘ragionevolezza’. “Oggi la tecnologia è applicata solo per dimostrare di non inquinare – ha sottolineato Gasparini – rimpiango i tempi in cui l’innovazione tecnologica era a servizio dell’emancipazione umana”.

    “Non c’è altra soluzione che avere un’aggregazione matura, profonda e vera – ha poi proseguito -. Quando parliamo lo facciamo a favore degli agricoltori. Non ci vergogniamo ad essere conservatori, perché questo significa conservare modelli che hanno anche un valore futuribile. L’augurio che faccio è di continuare nella nostra storia, una storia che non può finire. L’uomo ha conosciuto l’agricoltura grazie a Dio. In quanto vicina a Dio, l’agricoltura ha un valore eterno”.

    “Sono convinta – ha risposto il ministro – che questo è il tempo in cui bisogna occuparsi delle persone. Ai miei figli e nipoti voglio lasciare condizioni di vita come le mie e come quelle di mio nonno. Non possiamo immaginare che la sostenibilità diventi la schiavitù dell’uomo, ma non possiamo dimenticarci che noi qualche scippo a questo pianeta l’abbiamo fatto. Ora la politica deve incentivare soluzioni che mettano insieme valori tradizionali ed innovazione”.  E ancora: “Io non voglio scegliere tra queste due opzioni. Questa è una sfida della politica, ma anche di responsabilità sociale, civica”.

    “Chiediamo maggiore attenzione per il mondo agricolo – ha detto il presidente Nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – quello che in questo momento è il primo comparto dell’economia nazionale. Oltre il 13% del Pil è quanto il settore dell’agroalimentare produce per il Paese. Siamo la seconda agricoltura d’Europa e per questo chiediamo qualcosa di più per noi agricoltori. Abbiamo bisogno di futuro e per costruire futuro ci vuole una visione per l’agroalimentare, un piano poliennale che stabilisca chiaramente quale modello di agricoltura e di agroalimentare vogliamo perseguire nei prossimi anni come nazione e in Europa. E per quanto riguarda la “sostenibilità” – ha poi proseguito –  noi agricoltori da sempre abbiamo garantito sostenibilità e continueremo a farlo secondo i concetti che legano l’uomo alla terra: sono valori imprescindibili allo sviluppo dell’impresa agricola”.

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