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Dai mercati alle spiagge: il business estivo del falso

Barbieri (Confcommercio Piacenza): «La contraffazione genera 20 miliardi l’anno e danneggia il commercio legale»

L’estate è forse il periodo dell’anno durante il quale, consapevole o meno, il consumatore si trova maggiormente esposto al rischio di acquistare merce contraffatta, soprattutto per quello che riguarda i marchi più prestigiosi.
Specialmente durante il periodo di vacanza, entriamo in contatto con articoli, per lo più del settore moda e ornamenti, proposti da una miriade di venditori, spesso ambulanti, che stazionano quotidianamente nelle pubbliche vie, sulle spiagge o sui punti di passeggio delle località turistiche.
Quasi sempre si tratta di persone che, anche quando in possesso di licenza per effettuare il commercio itinerante, non danno nessun’altra garanzia di regolarità ai potenziali acquirenti, i quali vengono allettati solo dal rilevante risparmio sul prezzo derivante dall’acquisto di quel dato capo od oggetto.
Il direttore di Confcommercio Piacenza, Gian Luca Barbieri, pone forte l’accento su questo fenomeno, ormai presente da troppi anni in tutte le nostre città, a tutela innanzi tutto della legalità e regolarità delle operazioni economiche, che vanno a danneggiare tutti i commercianti in genere, tra i quali gli iscritti all’Associazione Piacentina:
«Voglio riportare – inizia Barbieri – i resoconti di un importante convegno, recentemente organizzato da Confcommercio ad Ancona, proprio all’inizio della stagione estiva e con essa del movimento turistico nazionale. Il titolo del Convegno era “Le nuove dinamiche di mercato nella lotta alla contraffazione e nella tutela del Made in Italy” e ad esso hanno partecipato, oltre ad esponenti del Sistema Confederale come il direttore generale di Confcommercio Marche Massimiliano Polacco e il presidente nazionale di Federmoda Confcommercio Massimo Torti, anche esponenti del mondo universitario come il Rettore del Politecnico delle Marche, Prof. Gian Luca Gregori, e dell’Agenzia delle Dogane Marche Andrea Spaccesi, oltre al Comandante interregionale dell’Italia Centro-Settentrionale, Gen. Fabrizio Cuneo.
Da questo Convegno, grazie all’autorevolezza e competenza di tutti i relatori intervenuti – continua il direttore di Confcommercio Piacenza – sono emersi dati e linee guida validi in generale per tutto il territorio nazionale, come ad esempio il fatto che tale mercato turistico sommerso, spesso legato alla criminalità, frutti qualcosa come 20 miliardi di euro all’anno, con intollerabili ricadute economiche e reputazionali sul sistema economico-commerciale sano; come poi il fatto che parecchia di questa merce contraffatta provenga illegalmente dall’estero utilizzando abusivamente la dicitura Made in Italy, ma soprattutto che violi le basilari norme sia fiscali che commerciali, per ciò che riguarda le normative doganali e quelle sulle etichettature a norma di legge per la messa in commercio».
Vale la pena ricordare infine che l’acquisto di merce contraffatta costituisce un rischio sanzionatorio anche per l’acquirente stesso, il quale, se lo effettua consapevolmente, è passibile di multe salate e, nei casi più gravi, può anche incorrere nel reato di ricettazione.

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