Aumentano le preoccupazioni del sistema imprenditoriale piacentino alla luce delle azioni adottate dal governo statunitense nei confronti di Canada, Messico e Cina.
“Una serie di dazi – sottolinea il vicepresidente vicario della Camera di Commercio dell’Emilia, Filippo Cella – che, come paventavamo già all’inizio del dicembre scorso, rischiano ora di estendersi anche all’Unione Europea, con conseguenze che potrebbero essere particolarmente pesanti anche per la nostra economia provinciale”.
I dati, al proposito, sono eloquenti: le esportazioni piacentine verso gli Usa valgono poco meno di 300 milioni di euro, e il saldo commerciale con gli States è positivo per oltre 250 milioni di euro, considerando il fatto che le importazioni locali valgono 43 milioni. La graduatoria dei beni maggiormente esportati negli Stati Uniti è guidata da macchinari e apparecchiature (prevalentemente di impiego generale e speciale), con un’incidenza del 43%; rilevanti, poi, le quote detenute da metalli e prodotti in metallo (14,7%), dai mezzi di trasporto (13,5%) e da un sistema agroalimentare che vale il 13,1% delle esportazioni piacentine e si colloca tra i settori che in questi anni sono stati contrassegnati dalla maggiore crescita.
“Ora – sottolinea Cella – rischia di scattare una conflittualità fatta di azioni e ritorsioni che frenerebbero tutte le economie, compresa quella statunitense”. “La competitività dei sistemi produttivi – osserva il vicepresidente vicario della Camera di Commercio dell’Emilia – fa leva su investimenti, ricerca e innovazione, mentre le misure che vengono definite protezionistiche, in una stagione di globalizzazione e di forte interdipendenza tra Paesi, rischiano di avere ripercussioni negative generalizzate”.
“Per questo – conclude Cella – è fondamentale che l’Unione Europea, che pur si dice pronta a ritorsioni nel caso in cui i dazi americani colpissero i Paesi membri, deve innanzitutto trovare la massima coesione per evitare che si scateni un conflitto sui dazi e, al contempo, predisporre misure adeguate di sostegno alle imprese che siano immediatamente applicabili qualora l’azione diplomatica non avesse successo”.