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    Dissuasori sonori per piccioni: Confagricoltura costernata di fronte ad alcuni esposti

    In un mondo che sta a sentire le ragioni di tutti, tranne che quelle di coloro che sono impegnati a produrre, succede anche che trovi spazio la lamentela nei confronti dei dissuasori sonori utilizzati, con sorti purtroppo comunque alterne, per allontanare piccioni e selvaggina dai campi.

    Confagricoltura Piacenza apprende con costernazione dell’esposto presentato da alcuni abitanti di Chiaravalle della Colomba e di Saliceto di Alseno che si dicono disturbati dai botti delle apparecchiature posizionate nei campi per scacciare gli uccelli ed evitare l’invasione dei volatili con la compromissione del raccolto.

    Questi “fucili a salve”, rimarca l’associazione, sono in funzione solo di giorno, a cadenze regolari e distanti almeno 500 metri dall’abitato. Pare che spaventino anche i cani. “Con tutto il rispetto per la quiete di ciascuno – sottolinea il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini – vorrei ricordare lo scopo per cui questi strumenti devono essere posizionati: ossia garantire la produzione di colture, quelle alla base dell’alimentazione umana e animale. E’ possibile comprendere che un po’ di disturbo sia arrecato, si tratta, tuttavia, di ristabilire delle priorità. I volatili, che non possono essere silenziosamente abbattuti, ora non potranno neppure essere disturbati? Dobbiamo già confrontaci con un Paese che ha una gestione irrazionale della fauna selvatica. Ricordiamo che i piccioni sono una piaga per la sanità dei prodotti. Vogliamo garantire la produzione di cibo e investire in sviluppo oppure Made in Italy agroalimentare, Plv e fatturato sono solo chiacchiere talk show? Il sistema non ci induca a pensare che fa bene chi delocalizza”.

     

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