“Panini fu, come il Goldoni, un osservatore curioso della realtà; pittore di una immensa scena teatrale sulla quale salgono, tra un atto e l’altro di una commedia classica, gli spettatori; spettacolo nello spettacolo, vivo ed immediato nella freschezza dell’istantanea”.
Con questa frase del compianto Ferdinando Arisi – uno dei massimi esperti dell’arte del pittore nato in via Poggiali nel 1691 – Laura Bonfanti ha concluso il suo intervento di presentazione dei due disegni di Gian Paolo Panini, di cui aveva parlato lo stesso Arisi ed ora ritrovati, esposti per tutta la giornata di oggi, venerdì 28 dicembre, unitamente a preziosi Antifonari e Corali.
La dott. Bonfanti, curatrice della mostra, ha spiegato come i due raffinati disegni – raffiguranti Santa Maria di Campagna e la chiesa delle Benedettine – fossero stati probabilmente commissionati, ad «uno dei paesaggisti più in voga dell’epoca», da Francesco Farnese, il cui cuore, per sua disposizione, è sepolto nella Basilica mariana, accanto alla sorella Isabella. «Le due opere – ha proseguito Laura Bonfanti – dovrebbero essere state eseguite nella seconda decade del XVIII secolo, quando il pittore aveva una trentina d’anni ed era a Piacenza per illustrare i luoghi farnesiani».
tesori nascosti».
Questi codici ottimamente conservati nell’archivio della Basilica – è stato sottolineato – sono la testimonianza dell’importanza di Santa Maria di Campagna nella storia di Piacenza, un altro aspetto della storia locale riscoperto dalla Banca di Piacenza, sempre attenta alla valorizzazione del proprio territorio d’origine.
I presenti all’inaugurazione della mostra e i numerosi visitatori che si sono recati alla Sala del Duca durante l’intera giornata, sono stati omaggiati delle due vedute del Panini ritrovate, fatte stampare dalla Banca in formato cartolina.