Il cadavere di Elisa Pomarelli è stato trovato nel tardo pomeriggio di oggi in località Costa, appena fuori dall’abitato di Sariano di Gropparello: era stato sepolto in un bosco.
A portare all’individuazione del corpo è stato lo stesso Massimo Sebastiani che questa mattina. verso le 12,30, era stato fermato dai carabinieri proprio in prossimità della casa dove probabilmente aveva anche trovato rifugio (o almeno aiuto) in una qualche fase della sua latitanza. Gli inquirenti stanno indagando per favoreggiamento il padre della sua ex compagna e non è escluso che nelle prossime ore possano essere presi provvedimenti nei suoi confronti.
Lo hanno spiegato il pm Ornella Chicca ed il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Michele Piras durante una conferenza stampa organizzata all’esterno della caserma di viale Beverora di fronte ad uno stuolo di giornalisti.
Due domeniche fa avrebbe agito in preda ad un raptus, subito dopo il pranzo fatto in compagnia di Elisa e l’avrebbe uccisa (forse nel pollaio di fianco alla sua abitazione). Al momento gli inquirenti non hanno certezze sulla causa della morte ma non si esclude che possa esser stata strozzata. Come avevano lasciato presagire le tracce trovate dai Ris il cadavere era stato poi nascosto nel bagagliaio della macchina e portato vicino al luogo della sepoltura, una zona impervia e difficile da raggiungere, in mezzo ad un bosco.
La 28enne di Borgotrebbia era stata sepolta in una buca profonda un metro.
Sarà l’autopsia, che verrà effettuata nei prossimi giorni, a dire con certezza come Sebastiani ha tolto la vita alla giovane amica di cui era con ogni probabilità morbosamente innamorato.
Nei giorni corsi i carabinieri avevano chiesto al Prefetto di bloccare la macchina della ricerca della Protezione Civile proprio perchè le attività di indagine convergevano verso Sariano ed i militari volevano essere sicuri di poter individuare e bloccare l’operaio. Ecco spiegato anche l’intervento odierno di un corpo speciale come quello dei Cacciatori di Sardegna che ha avuto un ruolo cruciale.
L’uomo in tutto questo periodo sarebbe rimasto sempre nascosto nell’area limitrofa al ritrovamento ed in una zona leggermente più ampia, la prima oggetto delle “battute” di ricerca della Protezione Civile.
“Avevamo richiesto di interrompere le ricerche – ha spiegato il col. Piras – non perchè fossero state infruttuose ma perchè avevamo bisogno di una maggior riservatezza avendo circoscritto l’area. Sebastiani è stato collaborativo – ha continuato Piras e ci ha permesso il ritrovamento”.