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Ex scuderie di Maria Luigia, le associazioni: “No al mercato coperto, serve un uso culturale”

Legambiente, Italia Nostra e Archistorica contestano il taglio in “somma urgenza” delle ultime alberature di piazza Cittadella e temono che la nuova destinazione d’uso dell'edificio comprometta un bene storico unico

Il taglio delle ultime alberature in piazza Cittadella, avvenuto nei giorni scorsi in concomitanza con la consegna del cantiere delle ex scuderie di Maria Luigia d’Austria, riaccende lo scontro tra alcune associazioni cittadine e l’Amministrazione comunale. Legambiente Piacenza, Italia Nostra Piacenza e Archistorica, in una nota congiunta, parlano di “arroganza” e “mancato ascolto della sensibilità della città” e manifestano forti preoccupazioni per la nuova destinazione d’uso dell’edificio storico, in particolare l’ipotesi di un mercato coperto al piano terra. Le associazioni tornano anche a proporre una revisione complessiva del progetto di riqualificazione di piazza Cittadella e piazza Casali, chiedendo un confronto aperto e la possibilità di una diversa
strategia.

“Il taglio delle ultime alberature presenti in Piazza Cittadella, avvenuta in “somma urgenza” da parte dell’Amministrazione, in occasione della consegna del cantiere delle ex scuderie di Maria Luigia d’Austria, ci costringe ancora una volta a denunciare l’arroganza di questa Amministrazione che per nulla ha tenuto in conto la sensibilità della città sul tema che ha avuto la propria chiara espressione in occasione del taglio dei tigli di Piazza Cittadella.
Non possiamo pertanto che manifestare la nostra vicinanza e solidarietà a quei cittadini che da un anno presidiano Piazza Cittadella a testimonianza del reale interesse della comunità alla salvaguardia del patrimonio arboreo della città.
Pur consapevoli, al momento, di non essere in grado di scalfire la ferrea determinazione con cui l’Amministrazione procede nel progetto di “riqualificazione” della piazza, i cui esiti infausti – più e più volte previsti – sono davanti agli occhi di tutti, manifestiamo la forte preoccupazione circa la nuova destinazione d’uso che la ristrutturazione delle ex scuderie intende consentire.
Preoccupazione manifestata già da tempo e non certo solo ora, a seguito dell’abbattimento delle alberature, e frutto di una riflessione tecnica e storico-culturale totalmente libera da opportunismi ecologisti, più tipici di certa politica che usa l’ambiente in termini di greenwashing nei programmi elettorali, che non di serie associazioni quali noi siamo convinti di essere.
In primis ci preoccupa l’adattamento dell’edificio a scopi commerciali al piano terra e di conseguenza la necessaria installazione di impianti, attrezzature tecnologiche, celle frigorifere, ecc., elementi che rischiano di alterare indelebilmente i connotati dell’edificio e i reperti dell’antico sottostante “teatro farnesiano”. Sarebbe pertanto auspicabile una presentazione dettagliata del progetto esecutivo e del loro impatto sull’attuale conformazione dell’edificio.
Inoltre, pur apprezzando soluzioni analoghe adottate in altre città italiane, riteniamo che il valore delle ex scuderie – bene storico/monumentale quasi unico in Italia – avrebbe dovuto consentirne un uso di carattere culturale e/o museale certamente più congruo. Le antiche scuderie infatti sono lo scheletro murario dell’antico teatro ducale della Cittadella, costruito dal Bibbiena nel 1668 ed allora collegato a Palazzo Farnese con un sovrapasso. Sul piano architettonico le scuderie sono una sorta di appendice di Palazzo Farnese e quindi la loro funzione museale sarebbe ben più appropriata rispetto alla funzione di mercato coperto.
Un tema che, nonostante l’impietoso abbattimento delle ultime piante che ombreggiavano la piazza, potrebbe tornare di attualità vista la possibile e da noi auspicata rescissione del contratto con la GPS, per giusta causa, che offrirebbe l’occasione di rivedere, in prospettiva, tutta l’annosa partita della riqualificazione delle piazze Cittadella e Casali, auspicando che il cosiddetto piano B, prospettato dall’Amministrazione, non consista solo nel decidere come modificare il “coperchio” del parcheggio, ma consenta di rivedere integralmente tutto il comparto secondo una logica unitaria, come da sempre invochiamo e come peraltro inizialmente richiesto anche dalla Soprintendenza. Come dialogherà la trasformazione delle scuderie in mercato coperto al pianterreno e museo multimediale al primo piano con la nuova piazza, con Palazzo Farnese e con piazza Casali?
Crediamo sia il momento di superare l’abusato artificio di presentare come intervento salvifico dal degrado il progetto di parcheggio interrato di piazza Cittadella. Siamo stati noi i primi a proporre almeno dal 2012 soluzioni di riqualificazione alternative che prevedevano il recupero dell’autostazione delle corriere, preservandone il valore testimoniale, oltre che architettonico, con un restyling che avrebbe risparmiato fondi pubblici, ritardi e le alberature monumentali allora presenti.
Saremo sempre disponibili – contrariamente ad altri che preferiscono al dialogo la formula dei proclami – a un confronto costruttivo nel caso lo si voglia seriamente affrontare. L’occasione della possibile revoca del contratto offre la possibilità di cambiare strategia, quella che da anni chiediamo per le due piazze e per le scuderie”.

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