“La fatturazione elettronica è appena partita ed abbiamo già rilevato una serie di problemi a cui l’Agenzia delle Entrate non sta dando risposta. Sta accadendo quello che temevamo e che per certi aspetti avevamo preannunciato in occasione dei nostri incontri tecnici in preparazione dell’entrata in funzione del nuovo sistema”.
A sottolinearlo è Marco Casagrande, direttore di Confagricoltura Piacenza che dà voce alle numerose telefonate ricevute in questi giorni dagli associati in difficoltà. “Le nostre imprese, insieme agli uffici, hanno fatto uno sforzo enorme per arrivare pronti alla scadenza sostenendo anche costi per riuscire ad adeguarsi, acquistando software e cambiando il modo di operare, ma come purtroppo ci aspettavamo – prosegue Casagrande – l’Agenzia delle Entrate non è pronta, non è in grado dare assistenza come dovrebbe e le aziende hanno forti difficoltà nell’emissione delle fatture”. Confagricoltura Piacenza aveva parimenti presentato interpelli all’Agenzia delle Entrate perché nell’impalcato normativo non erano stati contemplati casi pratici che ad oggi non si sa come gestire. Va poi detto che il flusso di dati che si genera in Italia è infinitamente superiore a quello prodotto in altri Paesi che sono stati presi a modello, trascurando l’importante assunto che questi sono basati su un’economia differente, mentre il tessuto economico italiano è costituito da numerosissime piccole aziende.
“Si è voluta imporre un’operatività per la quale neppure l’Agenzia delle Entrate stessa era pronta – rimarca Casagrande – così si registrano danni a carico di chi ha già supportato costi. Ora perché l’Agenzia delle Entrate pretende dagli altri quello che non è in grado di fare?” La mancata emissione delle fatture, sottolinea Confagricoltura Piacenza, significa che ci sono liquidità mancate, che non possono essere pagati altri fornitori e che è in blocco il sistema della circolazione della ricchezza. In un Paese serio si parte quando si è pronti, non si fanno gli esperimenti sulla pelle degli imprenditori e delle persone.
“Quando si parla di semplificazione – tuona il presidente dell’Associazione, Filippo Gasparini – bisogna mettersi nell’ottica che questa deve essere a vantaggio dei cittadini e delle imprese, non dei burocrati che così rinunciano al loro onere di verifica. Questo della fatturazione elettronica, come quasi tutto il sistema dei controlli, si basa sulla presunzione di colpevolezza delle imprese. Incapace di individuare chi davvero evade, l’Agenzia vuole continuare a controllare chi sta già pagando le tasse. E’ evidente che chi ha scritto queste diposizioni non ha mai emesso fattura”. Non ci si rende conto che sono ancora tanti quelli che non hanno tempo o competenze per operare in prima persona con QR Code e portali dedicati, senza considerare, poi, che nelle campagne la rete internet è ancora inefficiente. Il tutto si tramuta in tempo sottratto alla produttività e costi aggiuntivi per delegare intermediari: l’ennesima complicazione all’italiana. “Senza chi emette fattura, nessuno avrebbe la possibilità di avere degli stipendi. Ora, chi paga? – conclude Gasparini – Basta con la non assunzione di responsabilità! Chiediamo al direttore dell’Agenzia delle Entrate di chiedere scusa al popolo italiano, non risolverà il problema, ma sarebbe almeno un segnale di discontinuità col passato”.