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    Il programma Rai Linea Verde alla scoperta di castelli e territori fra Piacenza e Parma

    Leggere e capire l’identità di un territorio attraverso la sua storia, la sua agricoltura, la sua gastronomia. E’ quello che Linea Verde fa da sempre, in tutte le vesti e titoli con i quali si è presentata al pubblico fin dagli albori della comunicazione televisiva.  In questa puntata, il programma condotto per la seconda edizione da Beppe Convertini e Ingrid Muccitelli con la partecipazione del cuoco Peppone, sceglie ancora volta la matrice storica per iniziare un percorso di conoscenza.

    Obiettivo: l’Emilia in quella fascia sub appenninica che va da Parma a Piacenza, poco più di 50 km in direzione nordovest, storicamente messa in ombra – turisticamente parlando – da quegli itinerari verdiani (Busseto, Soragna, Polesine Parmense) famosi nel mondo. Ma se al di là del Trebbia si mangia il blasonato culatello, al di qua c’è l’ottima pancetta piacentina, e via di questo passo, senza un briciolo di delusione ma, al contrario, lungo percorsi pieni di sorprese. Il fil rouge è teso dai Castelli e dalle dimore storiche. Capofila il Castello di Rivalta abitato dal conte Orazio Zanardi Landi, motore di una importante iniziativa: mettere in rete castelli pubblici e privati tra Parma e Piacenza e investire in attività economiche che possano autofinanziare l’arte, la bellezza e la memoria salvando questi luoghi da un decadimento inevitabile, viste le enormi risorse economiche di cui hanno bisogno per la sopravvivenza. A Rivalta risponde il borgo fortificato di Vigoleno, tra i meglio conservati d’Italia e d’Europa. La sua fondazione risale all’anno Mille ed è arrivato ai giorni nostri praticamente intatto. Qui nacquero nel 1700 compagnie circensi come quella degli Orsanti, così chiamati perché specializzati nell’ammaestrare gli orsi. Se l’Emilia Romagna è da sempre luogo di circhi, giostre, spettacoli itineranti, qui troverete la risposta del perché. Tutta la puntata offrirà poi un dialogo a distanza con Roma, per la precisione dal Castello di Torre in Pietra, impianto medioevale sul perimetro romano di un castrum, che nel 1926, grazie ad una imponente azione di bonifica, diventava una delle realtà zootecniche, vitivinicole ed orticole più importanti della Capitale e del Centro Italia. E interessante sarà il confronto, ad esempio, dell’allevamento intensivo di vacche da latte di Ferrante Gonzaga a Fontanellato dalla produzione misurabile in migliaia di tonnellate, con le piccole quantità prodotte da una azienda biologica che dalle sue frisone ottiene un latte destinato al consumo crudo    -seguendo beninteso le normative che prevedono la bollitura- e alla trasformazione in yogurt e gelato. Così come sapremo qualcosa in più sugli ortaggi di stagione: un grande orto del nord non produce necessariamente le stesse specialità di uno del centrosud il cui terreno, come in questo caso, è essenzialmente sabbioso. Infine, dopo le galline ovaiole di Grazia e Mauro fuggiti dalla metropoli per realizzare il loro sogno, e la magia del borgo di Brugnello amato da Hemingway, il capolavoro di Franco Maria Ricci a Fontanellato: il suo labirinto di bambù, il più grande del mondo, luogo di cultura e di incantevole fantasia visionaria.

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