Uno degli effetti collaterali di questo virus è che anche la politica tace. Da oltre un mese non si sente, se non timidamente, la sua voce. Quella di chi sembrava avere sempre la soluzione nascosta nella manica della giacca, pronta a tirarla fuori nel momento giusto. Un frastuono che ora è diventato un sussurro.
La motivazione è semplice: dinanzi a un virus sconosciuto, è emerso il valore della competenza sanitaria. Non tanto quella manageriale, ma molto probabilmente quella “artigianale”, di chi davanti a un paziente che denuncia sintomi è tenuto a curarlo. Per gli operatori sanitari emiliano romagnoli è stato annunciato, per ora, un premio di 1000 euro, per la loro competenza. Se aumentano le guarigioni, davanti comunque a 11 decessi nel nostro territorio, lo si deve a loro.
DOPO L’EMERGENZA
A proposito di artigianato, quello vero. Il presidente provinciale di CNA Rivaroli ha sostenuto che qui a Piacenza l’occupazione era in calo già prima dell’emergenza Covid19. Incremento dell’occupazione dell’1,5% (dato più basso negli ultimi 5 anni). Il direttore CNA Piacenza Enrica Gambazza puntualizza che il campione è rilevante, 20 mila imprese, per 140 mila dipendenti.
Se le assunzioni aumentano del 4,1% in un anno, nello stesso periodo aumentano le cessazioni del 13,6%. Cala fino al 57% la quota di lavoro a tempo indeterminato (30% in meno rispetto al 2014).
D’altronde non era difficile immaginarlo, bastava un giro in centro a Piacenza nel mese di febbraio per rendersi conto della quantità di serrande abbassate. Forse il virus farà riflettere, quando si potrà riaprire in totale sicurezza, anche sul valore dell’artigianato e piccole – medie imprese.