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    Iren … abbiamo un problema!

    Per il titolo di questo articolo abbiamo parafrasato la famosa frase pronunciata dagli astronauti dell’Apollo 13 “Houston abbiamo un problema”.

    Nel nostro caso non siamo in orbita su una navicella spaziale ma qualche cosa che non funziona c’è ugualmente ed il messaggio viene lanciato, anziché al Mission Control della Nasa, al quartier generale di Iren e  di riflesso anche al Comune di Piacenza.

    L’impressione girando, fra ieri sera e questa mattina, in vari punti della città è che qualcosa non funzioni nel sistema del conferimento e della raccolta dei rifiuti.

    Da una parte ci sono i nuovi contenitori che hanno preso il posto dei cassonetti. Serviranno ad aumentare la soglia di raccolta differenziata, come sostiene Iren, ma, è inutile girarci attorno, non contribuiscono a dare alla città un’aria ordinata, anzi …

    Abbiamo percorso via Roma dalla Lupa fino a via Cavour e vedere l’infilata di “bidoncioni” colorati sui marciapiedi, accompagnati da sacchi sparsi alla rinfusa, non fa “un bel vedere”.

    In più si aggiunge un elemento che certo non si può imputare alla multiutility: la maleducazione delle persone.

    Come testimoniano alcune foto inviateci da un lettore e scattate in zone più periferiche della città, anche dove ci sono i cassonetti, la maleducazione sembra imperare. In via Respighi compaiono vecchi monitor del computer e lavatrici oltre a sacchi neri gettati per terra.

    In via De Carro altri sacchi abbandonati per strada, come in via Veneziani.

    Le cose non vanno meglio neppure in centro dove, col calar della sera, ci si fa beffe dei bidoni di Iren e la spazzatura la si abbandona dove capita perché alla fine – evidentemente – è più comodo così.

    Nuova presa di posizione dei Liberali contro Iren

    Della questione di Iren sono tornati ad occuparsi anche i Liberali Piacentini con un comunicato che pubblichiamo qui di seguito:

    «I Liberali piacentini sono perfettamente d’accordo, con il comunicato dei consiglieri di Fratelli d’Italia, e sottoscrivono in toto quanto dagli stessi denunciato in materia di rifiuti urbani. Il problema, però, è nelle sue vere radici un problema di fondo: attiene alla natura stessa di quel macchinone fabbrica soldi che è Iren, un ircocervo dall’ibrida natura che riesce a controllare tutto e tutti (con contributi, partecipazioni e così via) in modo, di fatto, che nessuno – e tantomeno i Comuni, destinatari delle prebende anzidette – controlli quanto Iren fa (s’è mai visto, infatti, il Comune di Piacenza protestare?) e che anche in questi giorni vediamo e cioè che si scaricano vieppiù incombenze sugli utenti senza peraltro sgravarli da spese, sì che sono i contribuenti – come ha fatto presente anche Confedilizia Piacenza – a pagare gli utili della multiutility, riversati pure su Comuni e senza quindi che alcuno protesti, come del resto le associazioni di categoria. Il caso della Giunta di Piacenza spicca poi fra questi: ha dismesso, per fare cassa, azioni di Iren (contro il voto liberale, dato che non si è ancora sentito come si vogliano rimpiazzare, con provvedimento di entrata ordinaria, gli utili che le azioni Iren vendute producevano a favore del Comune), ma essa con Iren va nello stesso tempo di continuo a braccetto godendo di laute sponsorizzazioni, né più né meno che come faceva la Sinistra. E a proposito del Comune di Piacenza è inspiegabile che l’assessorato competente non contesti le tariffe per categorie, stabilite in base a presunti consumi e presunta idoneità alla produzione di rifiuti rimasti fermi a 10 anni fa (e quindi, specie con riferimento alla carta, ben maggiori d’ora) sì che le tariffe sono aumentate, ma neppure ci si sogna – nell’accidia della politica – di diminuirle. Nell’auspicare che la Giunta di centrodestra si attivi, i Liberali chiedono che si intraprendano subito opportune azioni per ottenere che si istituisca almeno un controllo, quello di una Commissione fatta di rappresentanti degli inquilini e dei proprietari, cioè delle due categorie interessate al pagamento dell’imposta rifiuti».

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