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La poesia strumento fondamentale nel Risorgimento per la formazione di una coscienza nazionale

Interessante conferenza al PalabancaEventi organizzata dall’Associazione Piacenza Città Primogenita in collaborazione con Banca di Piacenza, Famiglia Piasinteina e Archistorica

Il contributo della poesia per il risveglio patriottico degli italiani. Questo il tema affrontato nel corso della conferenza organizzata dall’Associazione Piacenza Città Primogenita in collaborazione con Banca di Piacenza, Famiglia Piasinteina e Archistorica e tenutasi al PalabancaEventi (Sala Panini). Tra i presenti – oltre al presidente della Banca Giuseppe Nenna, al direttore generale Angelo Antoniazzi e al vicedirettore generale Pietro Boselli – l’assessore alla Cultura del Comune di Piacenza Christian Fiazza, intervenuto per un saluto.

Il presidente dell’Associazione Piacenza Città Primogenita, Danilo Anelli – dopo aver ricordato che il sodalizio venne tenuto a battesimo esattamente un anno fa con un incontro dedicato a don Raffaele Sforza Fogliani – ha sottolineato come la poesia nel processo risorgimentale abbia avuto «un ruolo molto importante, contribuendo alla realizzazione di una coscienza nazionale, a differenza della carta stampata, imbavagliata dalla censura. In questo modo – ha concluso Anelli – si favorì la propagazione delle idee di patria, indipendenza e libertà, cardini del Risorgimento italiano».

Andrea Bergonzi (relatore insieme a Roberto Laurenzano) si è concentrato sul contributo dato al Risorgimento, pur nel piccolo della città di Piacenza, dalla letteratura dialettale locale. Dopo aver richiamato i cenni biografici dei tre principali verseggiatori piacentini che sono stati parte attiva nello sviluppo del tema risorgimentale (ossia Vincenzo Capra, Agostino Marchesotti e Valente Faustini), sono state presentate quattro poesie sull’argomento dei rispettivi autori. Tema dominante, l’esaltazione della figura di Giuseppe Garibaldi decantata dalle liriche Garibâld a Piaseinza (di Vincenzo Capra, letta da Milly Morsia), L’arrêst ad Garibâld (ancora di Capra, letta da Fabrizio Solenghi) e La mort ad Garibald (di Agostino Marchesotti, letta da Milly Morsia). Del Faustini è stata invece proposta una lirica (dal titolo “MDCCCLI”, letta da Paola Nicelli) in cui si ricorda – in bilico tra tensione lirica e rigore storico – l’uscita degli austriaci da Piacenza il 10 giugno 1859.

Il dott. Laurenzano si è invece occupato dei vari poeti autori di liriche patriottiche nel corso dell’‘800, correlate all’azione risorgimentale per l’indipendenza, l’Unità d’Italia e per la libertà dal giogo austriaco nel Lombardo-Veneto, e comunque da ogni giogo straniero. Fra i tanti – a prescindere da un Arnaldo Fusinato con “Le ultime ore di Venezia” (ode triste a richiamo di Venezia costretta ad arrendersi, dopo la tentata rivolta contro l’Austria, ai fini della propria libertà, nel 1848: famoso il verso “Sul ponte sventola/bandiera bianca); e di Giovanni Berchet (autore de “Il giuramento di Pontida”, in cui, attraverso il richiamo ad un evento medievale del secolo XII sull’alleanza tra città del Nord, fra cui Piacenza, a formare la “Lega lombarda” contro Federico I° di Svevia, detto il Barbarossa) – sono stati scelti gli autori di quattro “pietre miliari” della poesia patriottica: La spigolatrice di Sapri (di Luigi Mercantini, letta da Paola Nicelli), Il Risorgimento (di Alessandro Poerio, letta da Fabrizio Solenghi), Marzo 1821 (di Alessandro Manzoni, letta da Paola Nicelli), Sant’Ambrogio (di Giuseppe Giusti, letta da Milly Morsia).

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