«La scuola di oggi è un disastro perché non è in grado di formare giovani dotati di spirito critico. Manca il desiderio di sapere. La scuola dovrebbe tenere vivo il desiderio di conoscenza, perché senza conoscenza non c’è libertà». Questo il giudizio, severo ma del tutto condivisibile, dato da Maria Antonietta De Micheli Sforza Fogliani, che nella scuola ha insegnato per tanti anni e che ha suggerito il tema di quest’anno, intervenuta alla prima giornata della nona edizione del Festival della cultura della libertà (organizzato dall’Associazione culturale Luigi Einaudi in collaborazione con Confedilizia, Banca di Piacenza, European students for liberty, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Liberali Piacentini, Comitato nazionale per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi) in corso al PalabancaEventi di via Mazzini a Piacenza e intitolato al marito Corrado Sforza Fogliani, ideatore della kermesse liberale ricordato da tutti gli intervenuti, in modo particolare dal sindaco. «È stata una figura straordinaria per la nostra città e nel panorama nazionale – ha affermato Katia Tarasconi -. La sua scomparsa ha rappresentato una profonda perdita per Piacenza, città che ha amato e che ha servito fino all’ultimo».
La prima sessione (moderata da Emanuele Galba) ha trattato di “Luigi Einaudi e la scuola libera”, con a Roberta Modugno (storica delle dottrine politiche), Vincenzo Nasini (avvocato e vicepresidente di Confedilizia), Paolo Silvestri (professore di filosofia del diritto Università di Catania) e Giuseppe Vegas (presidente del Comitato nazionale per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi, che ha portato un saluto a nome del Comitato, la cui funzione è stata quella di «riportare in primo piano una persona, Einaudi, che ha dato tanto al nostro Paese ma che è ricordato molto meno di chi fa più chiasso»). «Einaudi – ha argomentato la prof. Modugno – aveva definito il valore legale del titolo di studio la peggior peste che potesse capitare, perché il valore legale uniforma, di fatto, gli insegnamenti in tutte le scuole ai programmi decisi dallo Stato». La relatrice ha quindi spiegato la differenza che l’economista di Dogliani faceva tra due modelli di scuola: quello napoleonico franco-italiano, con criteri formativi stabiliti dallo Stato, e modello anglosassone, simbolo di libertà.
L’avv. Nasini ha dal canto suo trattato dell’educazione dei giovani al rispetto del valore della proprietà privata attraverso la scuola, lamentando che questo rispetto non venga insegnato. «Anzi – ha osservato – gli studenti si convincono a disprezzare tutto quello che è privato dimenticando che senza libertà economica non esiste libertà politica».
Il prof. Silvestri ha approfondito il tema della libertà educativa e dell’educazione alla libertà che ritroviamo nel pensiero einaudiano. «L’uomo è al centro del pensiero di Einaudi – ha sostenuto l’oratore – uomo che definiva non perfetto, bensì perfettibile, nel senso che si può sbagliare, l’importante è però sapere che la libertà è fatta di lotta per migliorarsi. Per il Nostro l’uomo non nasce libero ma lo diventa con lo sforzo continuo e la libertà è un qualcosa che si nutre di diversità. E nemici della libertà sono coloro disposti a barattarla con la sicurezza, come è avvenuto con il fascismo».
Il Festival si era aperto con gli interventi di saluto (introdotti da Danilo Anelli) del presidente dei Liberali Piacentini Antonino Coppolino («Il Festival è stata una grande intuizione di Corrado Sforza Fogliani, che ha sempre vissuto questa due giorni come una ventata di libertà»), del presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa («Grazie alla Banca di Piacenza che ci ospita in questo bellissimo posto, a Carlo Lottieri che ogni anno sviluppa i temi e coinvolge i relatori, al presidente Sforza Fogliani per aver avuto la splendida idea di questa iniziativa; e grazie a Danilo Anelli; riguardo al tema di quest’anno, vorrei segnalare che il ministro Valditara ha inserito nelle indicazioni del programma di educazione civica il concetto dell’importanza della proprietà privata, che va rispettata e incoraggiata»), del presidente della Banca di Piacenza Giuseppe Nenna («Corrado Sforza Fogliani ha sempre sviluppato idee che hanno avuto un successo duraturo nel tempo. È stata una grande perdita per la città e per la Banca, dove ha seminato bene, lasciandoci una realtà autonoma e indipendente; il nostro impegno quotidiano è di mantenerla tale») e di Antonietta De Micheli Sforza Fogliani (del suo intervento abbiamo riferito all’inizio.
Il deputato svizzero e insegnante all’ETH di Zurigo Paolo Pamini ha tenuto una stimolante lectio magistralis su “La Svizzera è un modello?”, illustrando il funzionamento delle istituzioni svizzere e spiegando che quel modello ci può aiutare a comprendere certi meccanismi ma non è esportabile in Italia.
La giornata – seguita anche in diretta streaming (liberalipiacentini.com, culturadellaliberta.com, confedilizia.it) – è proseguita nel pomeriggio (gli incontri sono stati moderati dal giornalista Carlandrea Triscornia) con la II sessione (“Le ragioni della scuola parentale”), che ha visto confrontarsi lo storico Eugenio Capozzi, il filosofo del diritto Andrea Favaro e il libero professionista Matteo Piazza, che ha raccontato la sua personale esperienza dell’aver tentato di mettere in piedi una scuola parentale. Il filosofo politico Raimondo Cubeddu ha ricordato il prof. Lorenzo Infantino, mancato nei giorni scorsi e più volte ospite al Festival: «Tra di noi si era sviluppata una bella amicizia. Era un calabrese molto orgoglioso e un po’ permaloso, ammiratore dei grandi classici del liberalismo austriaco, ma che si sentiva inglese dopo aver studiato a Oxford. Era uno studioso formidabile. Ci mancherà».
Nella III sessione (“Le scuole libere in Italia: quali prospettive”) sono invece intervenuti suor Anna Monia Alfieri (religiosa, ed esperta in educazione), Tiziana Marzaroli (professore di filosofia e padagogia Liceo artistico Cassinari Piacenza) e Sandro Scoppa (avvocato e presidente Confedilizia Calabria). La prima giornata si è conclusa con un momento musicale che ha visto protagonisti Elisabetta Viviani e Claudio Damiani.