Ultimo “Giovedì della Bioetica” del 2019, in Fondazione, con lo scienziato piacentino Matteo Cerri, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna: parlerà della “scienza del freddo: dagli ibernauti all’etica dell’immortalità”.
Matteo Cerri, è un medico chirurgo, dottore di ricerca in Neurofisiologia, che dopo alcuni anni trascorsi negli Stati Uniti, presso l’OHSU di Portland (OR), è diventato ricercatore in fisiologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna.
Il settimo e ultimo appuntamento del 2019, promosso dall’Istituto Italiano di Bioetica – Sezione Emilia Romagna con sede a Piacenza, è per giovedì 14 novembre, alle 17.30, nell’Auditorium di via S. Eufemia della Fondazione di Piacenza e Vigevano, partner dell’iniziativa.
Presentato dal presidente dell’Istituto di Bioetica, Giorgio Macellari, Matteo Cerri affronterà il tema della scienza del freddo partendo da una affermazione: «La natura del freddo è una natura ambigua. Agli albori della vita, il freddo è stato uno spietato nemico; un killer silenzioso ma inesorabile, a cui il nostro corpo fa fatica ad opporsi. Ma la forza della natura – aggiunge il prof. Cerri – è l’adattamento, e la battaglia combattuta contro il freddo ha portato l’uomo a carpirne i segreti; a capire che il potere che il freddo nasconde, una volta domato, può aprire un futuro di speranza».
«Una speranza – sottolinea Matteo Cerri – che ha radici nella scienza medica, dove oggi il freddo consente di salvare e preservare la vita, ma che si spinge fino al Sistema Solare, dove l’innato desiderio di esplorare della nostra specie ci sta spingendo. Lo spazio è purtroppo un ambiente molto ostile; forse il più ostile per la vita».
«Potrà il freddo aiutarci a conquistarlo? – si interroga il prof. Cerri -. E se in questo processo, questo antico avversario della vita ci mostrasse anche la via per sconfiggere l’ultimo supremo nemico della vita stessa?».
«Nella conferenza di Piacenza – conclude il prof. Matteo Cerri – vedremo come la tecnologia ci stia portando verso territori inesplorati, sia geograficamente che culturalmente, e che solo nel nostro pensiero si trovano i confini che decideremo di lasciare invalicati».
Matteo Cerri è nato a Parma, ma ha studiato a Piacenza, al Liceo Gioia, dove ha preso la maturità classica con nel 1992 con 60/60 e poi si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bologna con voto 110/110.
Medico chirurgo, dottore di ricerca in Neurofisiologia, dopo alcuni anni trascorsi negli Stati Uniti, presso l’OHSU di Portland (OR), è diventato ricercatore in fisiologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna.
Svolge le sue ricerche nell’ambito della fisiologia integrativa e delle neuroscience. È un membro del gruppo di ricerca Hibernation dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), associato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e membro di numerose società scientifiche internazionali. PostDoc Fellow presso il Neurological Science Institute, Oregon Health & Science University, Portland -OR- USA.
Si occupa inoltre di Neuroetica, come membro del direttivo nazionale della Società Italiana di Neuroetica (SiNE) e di divulgazione scientifica, avendo partecipato a eventi quali “Il festival della Mente” di Sarzana, diverse TED talk, il Wired Next Fest e il Future Vintage Festival, e scrivendo per riviste a carattere divulgativo come Le Scienze, Mind, Wired, Sapere.
Ex ufficiale dell’esercito, conduce il podcast di divulgazione scientifica “Elevatore di Pensiero”.
Presso l’Università di Bologna è docente di fisiologia presso il corso di laurea in Medicina e Chirurgia e di Ingegneria Biomedica, ed è tutore presso il Collegio Superiore.
È autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali e ha partecipato alla stesura ed alla traduzione di libri di testo universitari.