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Monete e sistemi di pagamento: la rivoluzione digitale è già qui

Opportunità e rischi al centro della lezione di educazione finanziaria con l’esperto Gabriele Pinosa. Sala gremita al PalabancaEventi per l’incontro promosso dalla Banca di Piacenza

Bitcoin, stablecoin, altcoin, Central Bank Digital Currency (CBDC): il mondo sta attraversando una vera e propria rivoluzione monetaria. Le valute digitali aprono nuove prospettive ma portano con sé anche rischi e incertezze. Per questo – ha spiegato l’esperto Gabriele Pinosa – è fondamentale conoscerne il funzionamento e «capire il processo tecnologico, perché questo aiuta a scegliere lo strumento più efficace, prevenendo o limitando le inefficienze».

Con la consueta chiarezza e profondità d’analisi, il presidente di Go-Spa Consulting ha guidato il pubblico che ha gremito la Sala Corrado Sforza Fogliani del PalabancaEventi, in un viaggio alla scoperta del nuovo mondo delle monete digitali. L’incontro, promosso dalla Banca di Piacenza, rientra nelle iniziative di educazione finanziaria sostenute dall’istituto.

Nel suo saluto introduttivo, il presidente Giuseppe Nenna – affiancato dal vicepresidente Domenico Capra, dall’amministratore delegato e direttore generale Angelo Antoniazzi e dal vicedirettore generale Pietro Boselli – ha ribadito l’impegno della Banca a rafforzare questo tipo di attività, «perché le banche serie e sane preferiscono avere una clientela informata».

Dalle monete private al bitcoin
Pinosa ha invitato a non fare di tutta l’erba un fascio: «Non possiamo mettere tutti questi strumenti in un unico calderone – ha spiegato –. È fondamentale classificarli e distinguerli». Un concetto introdotto con un salto nella storia: prima dell’avvento delle banche centrali, le monete erano emesse da istituti privati. Negli Stati Uniti, dopo la crisi del 1907 e la creazione della Federal Reserve (1913), la moneta divenne pubblica.

Nel 1944, con il gold exchange standard, venne fissato il cambio tra dollaro e oro (35 dollari per oncia), sancendo il ruolo centrale del dollaro nei pagamenti internazionali. Ma nel 1971, l’amministrazione Nixon abolì la convertibilità del dollaro in oro, inaugurando l’era della fiat money, cioè della moneta emessa in quantità teoricamente illimitata dalle banche centrali.

Con la “rivoluzione Bitcoin” del 2009 si passa a un’emissione decentralizzata e limitata – massimo 21 milioni di unità, raggiungibili intorno al 2140. «Attenzione, però – ha ammonito Pinosa – a non confondere il Bitcoin con una vera moneta: il suo valore è troppo fluttuante, tanto da essere definito “oro digitale”. È piuttosto un asset, utilizzato come riserva di valore».

Stablecoin, altcoin e il ruolo degli Stati
Le stablecoin, invece, «sono asset digitali progettati per replicare il valore delle valute tradizionali, come dollaro o euro. Consentono trasferimenti rapidi e a basso costo, mantenendo la stabilità dei prezzi». Ma il rischio, ha avvertito l’esperto, emerge nel caso in cui l’emittente privato fallisca: «In quel caso, la moneta non vale più nulla».

Negli Stati Uniti, il recente Genius Act ha favorito l’emissione di stablecoin e vietato il dollaro digitale. I dollari di garanzia vengono investiti in titoli di Stato, con l’obiettivo di coprire entro il 2030 fino al 10% del debito pubblico americano (pari a circa 3 trilioni di dollari). Anche in Europa si muovono i primi passi: la BCE ha autorizzato l’emissione di una stablecoin in euro, sostenuta da un consorzio di nove banche.

Quanto alle altcoin e alle meme coin, Pinosa è stato netto: «Lasciate perdere. Sono strumenti puramente speculativi e altamente rischiosi».

L’euro digitale all’orizzonte
Diversamente dagli Stati Uniti, l’Unione europea punta invece a realizzare una Central Bank Digital Currency: l’euro digitale, emesso direttamente dalla BCE. Le norme potrebbero arrivare entro il 2026, con 2-3 anni previsti per la piena attuazione.
«L’euro digitale – ha ricordato Pinosa citando Paolo Cipollone della BCE – potrà avere un impatto significativo, non solo come innovazione tecnologica ma come bene pubblico che rafforza la resilienza dell’Europa. Il contante non sarà sostituito, ma integrato con una versione digitale, per garantire la continuità operativa delle imprese anche nei momenti di crisi».

Una rivoluzione, dunque, già in corso. Ma per non correre rischi, la parola d’ordine resta una sola: conoscere, capire, scegliere consapevolmente. Perché, come ha chiosato Pinosa con una metafora efficace, «la carne al fuoco è tanta, ma bisogna saperla selezionare per evitare indigestioni… di denaro».

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