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    Natale a Piacenza: si ripete l’ingiustizia delle luminarie gratis per pochi, a pagamento per molti

    Lo scorso anno abbiamo cercato ripetutamente di ottenere una risposta dall’allora neo-assessore al commercio Stefano Cavalli ma la nostra semplice domanda (chi paga per le luminarie di via Cavour, Corso etc.) è caduta nel vuoto.

    All’epoca si poteva forse anche capire visto che l’assessore si era da poco insediato nel suo ruolo ed era stato travolto da una valanga di “accadimenti natalizi” a partire dallo “sfratto” dei bancarellari sostituiti dalle casette di legno rimaste semivuote (con relativi ricorsi al Tar).

    Sono trascorsi dodici mesi e la situazione sembra quasi la fotocopia dello scorso anno. Ne approfittiamo per riproporre la medesima domanda: «chi paga le luci di alcune strade principali e perché?»

    Nella nostra città per molti anni ad occuparsi dell’allestimento è stata una ditta di Genova la Lucio Guagliata snc che operava in collaborazione con l’Unione Commercianti e tramite l’allora vice-presidente dell’associazione Alessandra Tampellini.

    Quest’anno invece c’è stato un totale capovolgimento di fronte e ad illuminare le vie ci pensa un’azienda parmigiana il gruppo Michelotti di Sala Baganza, rappresentata dall’intraprendente Cesare Boiardi, piacentino, che già da alcuni anni si era proposto ai negozianti per allestire le luci intorno alle vetrine.

    Le novità sono così tante e tutte in una volta che, in alcune vie, i commercianti quest’anno non siano neppure stati interpellati per sapere se erano disposti ad aderire all’iniziativa o meno ed hanno dovuto vestire i panni di detective per capire con chi dover parlare.

    Anche se non tutti i piacentini lo sanno le spese per illuminare le strade le coprono i commercianti, baristi, ristoratori che spendono (così come gli altri anni) 122 euro iva compresa a testa per ogni fila di luce che viene posizionata nella via dove svolgono la loro attività. Se il numero di esercenti che decidono di aderire non è sufficiente le rispettive strade restano senza luci stradali di Natale e possono individualmente optare per farsi illuminare le vetrine (come è normale che sia visto che l’azienda che si occupa di allestimenti deve essere pagata per il proprio lavoro).

    Un dato di cui tener conto quando si decide dove acquistare i regali, se in città o su qualche piattaforma online americana o cinese! Perché a Jeff Bezos e Jack Ma Yun della decorazione di Piacenza … poco importa!

    Tornando alle luminarie qualcosa nel colladato meccanismo (m’illumino se pago) dallo scorso anno si è “incriccato”

    Nell’autunno del 2018 è accaduto un fatto davvero curioso, che – a quanto pare – si ripete anche quest’anno. Alcuni commercianti di importanti vie (da via Cavour al Corso) hanno optato per l’illuminazione delle vetrine (con la ditta di Parma) e non per quella delle strade (con l’azienda genovese). Davanti al timore di una Piacenza “spettrale” qualcuno (chi? il Comune?) ha deciso di coprire le spese per illuminare quelle strade. Situazione che si sta ripetendo pari pari nel 2019.

    Da questo pomeriggio hanno iniziato a montare le luci in via Cavour. Per sicurezza abbiamo interpellato i negozianti che ci hanno confermato di non aver aderito all’illuminazione della strada: non saranno loro a pagare e saranno illuminati gratis.

    Nulla di male se non ché, chiunque apra i cordoni della borsa, crea di fatto commercianti di serie A e di serie B. Tanto per essere chiari non è un problema legato all’azienda che si occupa dell’allestimento (la quale fa quello che le viene detto di fare ed installa luci dove è pagata per farlo) ma di chi ha deciso per questa scelta che prema solo alcuni.

    Ad essere “colpiti” sono proprio quei negozianti delle vie secondarie che non si possono permettere di aprire una vetrina sulle strade “nobili” dello shopping e che dunque sono destinati ad incassi meno generosi rispetto alle grandi catene: anziché essere aiutati dall’amministrazione dovranno pagarsi le luminarie stradali delle loro vie, mentre qualcuno (chi? il Comune?) si farà carico del resto. Una disparità di trattamento che arriva in tempi già difficilissimi per le vendite al dettaglio e che ha fatto infuriare già parecchie persone.

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