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    Nota dei Liberali piacentini sul Regolamento urbanistico edilizio

    Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’Associazione Liberali Piacentini “Luigi Einaudi”.

    «L’emendamento presentato dai due consiglieri del Gruppo liberali piacentini (e coerentemente sostenuto fino alla fine della seduta dal consigliere Levoni) mirava ad introdurre il principio che, in sede di esame di un progetto di costruzione, il controllo del Consiglio comunale – dato che si voleva introdurre l’intervento di quest’ultimo nell’iter autorizzativo – avrebbe comunque potuto svolgersi meramente “al fine della valutazione della legittimità o meno dell’intervento in relazione a quanto previsto dai vigenti strumenti urbanistici”.

    Per comprendere appieno il significato di tutta la vicenda, il Consiglio direttivo dei liberali piacentini (che, avanti la riunione del Consiglio comunale, ha condiviso con i due consiglieri comunali liberali il testo della proposta presentata) intende chiarire con esattezza il corso degli eventi.

    Il Regolamento urbanistico edilizio (RUE) fino ad ora vigente prevedeva, dunque, che i progetti esaminati dalla struttura dirigenziale venissero varati “dall’Amministrazione comunale”, dizione che veniva intesa come sinonimo di Giunta comunale. La nuova Amministrazione ha invece inteso introdurre un controllo finale da parte del Consiglio comunale, al quale i liberali sono sempre stati contrari, pur in un primo momento non ostacolando l’iter del Regolamento sulla ottenuta assicurazione che si sarebbe, acquisite le osservazioni previste dalla normativa, provveduto a chiarire che preciso tipo di controllo fosse demandato al Consiglio comunale.

    A questo punto, i liberali – accertato che si voleva continuare a mantenere la previsione del voto consiliare – hanno ritenuto di proporre che il controllo del Consiglio comunale dovesse svolgersi – come già detto – al mero fine della valutazione della legittimità dei progetti edilizi. In questi termini, il consigliere Levoni si è espresso come componente la Commissione Affari istituzionali, ribadendo che solo questa previsione sarebbe stata coerente con i principii liberali dello stato di diritto, che vuole che la normativa, e la conseguente applicazione nonchè i conseguenti controlli, siano uguali per tutti, abbandonato quindi ogni criterio discrezionale e quindi non ancorato ad un preciso criterio. La visione liberale vuole infatti che ogni controllo abbia un preciso parametro di riferimento, non mutabile caso per caso, come invece sarebbe stato se si fosse fatto riferimento ad un voto del Consiglio comunale senza nulla ulteriormente prevedere.

    La maggioranza consiliare ha ritenuto di non approvare la proposta liberale (che legava – come detto – i consiglieri ad un esame limitato alla legittimità o meno del progetto edilizio) e di ancorare la valutazione in parola non alla “legittimità” ma alla “conformità”, sempre sulla base degli strumenti urbanistici vigenti.

    Il Consiglio direttivo intende sottolineare che si è comunque in questo modo attribuito un ruolo preciso all’esame del Consiglio comunale e ciò in piena aderenza con il comunicato liberale pubblicato da Libertà giovedì 30 maggio, nel quale si sottolineava appunto che al Consiglio comunale si sarebbe potuto attribuire il solo compito di “verificare la corrispondenza delle previsioni agli strumenti urbanistici e alle normative di settore”. In sostanza, il Consiglio direttivo dei liberali – pur avanti l’attenuazione, non condivisa, del parametro di riferimento, mutato da quello della “legittimità” in quello della “conformità” – rivendica alla componente liberale del Consiglio di avere ottenuto che il voto del Consiglio comunale non sia libero e discrezionale, ma ancorato ad un ben determinato criterio.

    Sui modi in cui la seduta si è svolta, ed è stata condotta, i liberali si riservano di esprimere un giudizio e di valutare quali azioni eventualmente intraprendere, in particolare sul piano politico, a seguito della lettura del verbale ufficiale del Consiglio comunale».

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