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    Nuovo passo verso Piacenza Smart City, presentato il Laboratorio aperto del Carmine

    Piacenza Smart City, sembra questa la direzione intrapresa da questa amministrazione per l’anno appena cominciato. Già col Protocolo d’Intesa tra Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Camera di Commercio e Aster si era avviato nel 2014 un processo di costituzione di un gruppo inter-istituzionale denominato “Piacenza Territorio Smart”, nel 2016 l’apertura di Urban Hub in Via Alberoni, mentre più recentemente gli Stati Generali della Ricerca hanno dato nuovo impulso a questo processo, che ha visto nei convegni “Il Comune che vogliamo” svolto ai Teatini a fine novembre e in “Internet of Things” tenuto presso l’Unione Commercianti una naturale conseguenza.

    Ora, con l’aggiudicazione e la consegna al raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) composto dalla Fondazione Giacomo Brodolini e da Mbs prende il via la gestione del Laboratorio aperto del Comune di Piacenza, che troverà sede presso la ex chiesa del Carmine in piazza Casali e il cui elemento distintivo sarà l’innovazione. Questo pomeriggio in Sala Consiglio a Palazzo Mercanti la presentazione del progetto, che sarà operativo a pieno regime non prima di ottobre 2019 ma che già ora profila alcune novità all’orizzonte. “Si tratta di investire nei confronti di luoghi fisici che possano integrare diverse attività, – ha specificato Fabio Sgaragli della Fondazione Bradolini -, per creare qualcosa di nuovo e diverso. Il senso del Laboratorio è proprio quello di accogliere al suo interno competenze che grazie al soggetto gestore, offre una serie di metodologie sperimentate in un luogo neutro. In particolare ci rivolgiamo ai giovani che hanno una idea di impresa. Nella prima fase le sedi provvisorie del progetto saranno Coopworking e MUSP, fino alla consegna definitiva della sede”. La Fondazione Brodolini e Mbs, che già gestiscono spazi analoghi a Milano, Torino, Pisa, Aosta, Modena e in altre città, offriranno l’opportunità di uno scambio di esperienze e iniziative con altri territori e centri di innovazione. Diverse realtà del territorio piacentino già in questa prima fase hanno aderito, e tante imprese, associazioni e cittadini hanno manifestato il loro interesse e il desiderio di partecipare alle iniziative del Laboratorio. Spazio dinamico e animato, il Laboratorio aperto sarà caratterizzato come luogo di incontri, attività e iniziative in un ampio ventaglio di settori quali la riqualificazione urbana, i processi partecipativi, le tecnologie urbane, la mobilità, la logistica, l’innovazione e la valorizzazione del territorio, del turismo, del digitale, della creatività. Annualmente verrà predisposto un calendario di eventi in grado di attirare un pubblico non solo locale, ma anche nazionale ed internazionale, sopratutto di giovani e innovatori. “Da 6 mesi abbiamo lanciato un programma, Innovare in Rete che grazie a 10 milioni di finanziamenti provenienti da Banca Etica, vuole sostenere nuove idee di impresa per farle diventare realtà”. I progetti selezionati tramite una call riceveranno un finanziamento di importo compreso tra 100mila e 700mila euro da restituire in 10 anni, erogato da Banca Etica, potraanno godere della Garanzia del Fondo per le PMI di Medio Credito Centrale, e saranno accompagnati da servizi di incubazione/accelerazione/consulenza a cura degli esperti di Entopan, Fondazione G. Brodolini e Fondazione Bruno Kessler.

    “Il Laboratorio aperto del Carmine – commenta il vicesindaco Elena Baio – sarà un hub fisico dedicato all’apprendimento e alla pratica dell’innovazione in tutte le sue espressioni: tecnologica, sociale e culturale. E con queste caratteristiche rappresenterà un vero e proprio ponte tra Piacenza e il resto del mondo. Il tutto in un’affascinante ex chiesa del Trecento, recuperata e rifunzionalizzata da parte del Comune in uno spazio urbano fruibile dai cittadini e dalle imprese, che vedrà la coesistenza di servizi di informazione sull’ambiente, la mobilità e il turismo ed eventi cittadini, con spazi attrezzati con tecnologia informatica avanzata, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità”.
    Prosegue il vicesindaco: “Il Laboratorio Aperto di Piacenza faciliterà l’incontro tra domanda e offerta di soluzioni innovative e tecnologiche per la mobilità, la logistica e lo sviluppo della smart city. Come le officine di antica tradizione, aiuterà giovani talenti a esprimere il loro potenziale e a trasformare in realtà le proprie idee. Come centro culturale, offrirà al pubblico una varietà di occasioni di informazione, formazione e intrattenimento. Intermediario per l’innovazione, laboratorio per le imprese del territorio, officina e centro culturale: questa sarà la matrice strategica e operativa della nuova chiesa del Carmine”. 

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