La pandemia ha contribuito all’avvio della più ampia recessione mai rilevata. Nel terzo trimestre 2021 la produzione artigiana dell’industria scende del 10,3 per cento. Il volume d’affari delle imprese artigiane delle costruzioni cala del 9,7 per cento. Dal Registro Imprese: la diminuzione del numero è ridotta rispetto al nell’industria (-2,0 per cento) e nelle costruzioni (-0,3 per cento).
Cade la produzione nell’industria, flettono le costruzioni, per ora tengono però le imprese. E’ la fotografia dell’artigianato che emerge dall’indagine congiunturale di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
L’artigianato nell’industria
La congiuntura. Nel terzo trimestre 2020 la produzione ha subito un’ulteriore caduta del 10,3 per cento rispetto al corrispondente trimestre del 2019: prosegue così con l’effetto pandemia, la più ampia e rapida recessione mai rilevata. L’andamento del fatturato valutato a prezzi correnti ha confermato la stessa tendenza negativa (-9,3 per cento). Per il futuro, una nota ulteriormente negativa deriva dall’ampia caduta degli ordini (-10,0 per cento).
Il registro delle imprese. Gli effetti della pandemia non appaiono ancora sulla demografia delle imprese. A fine settembre le imprese attive ammontavano a 27.043, in flessione del 2,0 per cento rispetto alla fine dello stesso mese dello scorso anno, con un calo pari a 558 imprese. Ancora una volta, l’andamento è più lieve a livello nazionale (-1,8 per cento). La tendenza negativa domina tutti i macrosettori considerati dalla congiuntura ed è stata determinata soprattutto dalla riduzione della base imprenditoriale delle industrie della moda (-170 imprese, -3,6 per cento) e di quelle della metallurgia e delle lavorazioni metalliche (-109 unità, -1,6 per cento). Per forma giuridica, l’andamento deriva dalla riduzione delle società di persone (-312 unità, -4,1 per cento) e delle ditte individuali (-341 unità, -2,1 per cento), a fronte dell’aumento sempre più contenuto che in passato delle società di capitale (+2,4 per cento).
L’artigianato delle costruzioni
La congiuntura. Tra luglio e settembre si è registrato un alleviarsi della recente tendenza negativa, ma gli strascichi estivi della pandemia hanno condotto a una marcata flessione del volume d’affari (-4,0 per cento) rispetto all’analogo periodo del 2019.
L’arretramento è leggermente più ampio rispetto alla flessione del 3,1 per cento registrata dal volume d’affari a prezzi correnti del complesso dell’industria delle costruzioni regionale.
Il registro delle imprese. Anche nelle costruzioni, la pandemia non pare avere ancora influito sulla demografia delle imprese. A fine settembre 2020 la consistenza delle imprese artigiane attive nelle costruzioni è risultata pari a 50.523, vale a dire 150 in meno (-0,3 per cento) rispetto alla fine dello stesso mese del 2019. Si tratta di una riduzione lievemente inferiore a quella riferita al trimestre precedente, ma leggermente peggiore rispetto all’andamento positivo riferito all’artigianato delle costruzioni dell’intero territorio nazionale (+0,3 per cento). La tendenza negativa per la base imprenditoriale è risultata determinata da quella ampia e rapida delle imprese operanti nella costruzione di edifici (-1,9 per cento, -129 unità), mentre, secondo la forma giuridica, è derivata soprattutto dalle ditte individuali (-316 unità), e dalle società di persone (-3,4 per cento), nonostante il sempre meno rapido aumento delle società di capitale (+6,5 per cento).